Ha un buffo berretto di lana e la borsa a tracolla. Ha comprato al mercato un giaccone che tiene
ben caldo. Ha un lungo curriculum internazionale, molti riconoscimenti e un
cospicuo conto in banca. Ha occhi
spalancati dietro occhiali modesti e il sorriso raro e totale di chi basta a sé
stesso.
Ha gli occhi a mandorla e parla l’inglese di Hong Kong, che
è una lingua. Finge di sorvolare sui
miei strafalcioni ma tutto di me sa, senza ombra di dubbio, che ad ogni mio
verbo sbagliato gli suona un campanellino in testa. A fine giornata avrà gli acufeni.
Mangia con gusto e completa beatitudine, il tovagliolo infilato nella camicia. Non fa girare il vino nel bicchiere e non
annusa. Beve. Ha una compostezza appena trattenuta, un
discreto osservare prima di. Ha imparato da adulto, forse da poco.
Ha imparato ascoltando, quindi fa le domande. E’ bravissimo
a fare le domande, anche quelle che non dice ad alta voce.
Ha da poco imparato anche che da noi le donne si baciano, quando
ci si saluta. Sul binario dà la mano a
mio marito e poi mi bacia sulle guance. Al contrario.
Non mi ero mai resa conto che noi tutti ci baciamo sempre dalla stessa
parte. Sinistra, destra. Lo scambio mi è scomodissimo. Accorgermene mi fa sentire una mummia.
Pochi e sapienti colpi di pennello e ne vien fuori un ritratto splendido, Prish.
RispondiEliminaLe differenze, la diversità, non dovrebbero farci sentire delle mummie: al contrario, renderci curiosi, aperti al mondo, vivi. Umanamente più ricchi.
Un abbraccio.
Pim
Ma chissà perchè il mio stesso blog si perde i miei commenti.... io io ormai inizio a temere che ci sia una ragione arcana...
EliminaComunque, grosso modo, avevo scritto un grazie :-)