sabato 22 dicembre 2018

Un brindisi

Un brindisi a chi arriva, con la pelle fresca fresca e gli occhi ancora stropicciati dal volo della cicogna.
Un brindisi a chi combatte, alla forza delle cicatrici e a quella dell'essere accanto.
Un brindisi alla risata di una barzelletta incespicata, al calore del riconoscere in quella risata un'impronta digitale, del riconoscersi fratelli, intorno a un tavolo imbandito dalla fantasia balzana della vita*.
Un brindisi a chi fratello lo è da poche ore, all'emozione con cui tiene fra le braccia questo solenne diventare
Un brindisi a tutti questi giorni che brillano sui nostri alberi di Natale, alle fatiche e all'amore, alla famiglia che siamo.
E un brindisi a chi è andato eppure resta, prodigo di angeli e di coraggio.

(* questa l'ho rubata, se l'autrice dovesse passare di qui sappia che pagherò i diritti...) 

mercoledì 12 dicembre 2018

Cara Santa Lucia

Cara Santa Lucia, come è difficile scriverti quest'anno e come sento che fa bene sfiorare la tastiera e lasciar correre il pensiero al cielo.

Sì Asino bello, anche tu corri, lassù, in questa notte lunga lunga, e quaggiù  fra tutti questi bimbi buoni (e meno buoni, e meno bimbi).

Fa bene pensare alle parole da scriverti pian piano, come i riccioli di glassa dolce che proviamo a ricamare su queste stelle di pasta frolla. Rubando i puntini dalle i e le gocce di cioccolato. Le mie mani ruvide e un paio di piccole solerti mani ballerine.

No Santa Lucia cara, buona non sono stata neanche quest'anno. No Asino, paziente neppure. Eppure non demordo. E voi neppure. Perciò vi aspetto, anche stanotte, coi miei biscotti pasticciati, con la bocca dolce di grazie e di stelle, con le scarpette lucidate, con i piedi pronti. Con la finestra illuminata.

venerdì 16 novembre 2018

Benedetti i giorni che partono col piede sbagliato

Certi giorni partono col piede sbagliato, con gli occhi gonfi, con il mal di pancia. Nascono con l'eredità di qualche fatica da cui il cuscino non ci ha sollevato e ce la ritroviamo lì a rendere un po' insipido e un po' inutile quel caffè doppio con cui cerchiamo di ripartire. 
In questi giorni mi affaccio al mondo sentendomi sottile sottile, pronta sbriciolarmi come una foglia secca. Mi sento i piedi incerti e la strada un po' inutile. Fangosa e sterile. 
Poi capita qualcosa che mi fa sentire una zia orgogliosa e una sorella partecipe. Dopo un po' qualcosa che mi fa sentire una moglie amata e poi qualcosa che mi fa sentire una collega apprezzata. 
Piccole cose. Cose cui forse se fossi partita col piede giusto avrei dedicato solo un rapido luminoso sorriso e poi presto sarebbero state assorbite dal mio passo svelto. Come un buon panino in piedi al bar. 
E invece oggi - sottile e pronta a sbriciolarmi come sono - mi continuano a crepitare e scintillare da qualche parte nella testa e nel cuore. Torno a sorseggiarle come una tazza fonda di tè buono.
E allora penso benedetti i giorni che partono col piede sbagliato e benedette le strade fangose, se diventano arcate in cui certe meravigliose piccole cose non smettono mai di risuonare. 

martedì 11 settembre 2018

Dieci Settembre

Chissà quante e quali altre straordinarie complessità, in forme forse addirittura impossibili da immaginare per noi, esistono negli spazi del cosmo... C'è così tanto spazio lassù, è puerile pensare che in quest'angolo periferico di una galassia delle più banali ci sia qualcosa di speciale. La vita sulla Terra non è che un assaggio di cosa può succedere nell'universo. La nostra anima non ne è che un altro.
(...)
Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l'oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato

Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica

lunedì 23 luglio 2018

Soltanto bella

Lo sapevi che sarei stata sincera, che con le parole tutto sommato me la cavo ma i miei occhi sono bastardi traditori.
Come una gazzella all'erta, sei arrivata prima con gli occhi che con tutto il resto.  Forse per essere sicura di scorgere le tracce dello sgomento, qualora fosse passato di lì.
Ma di sgomento non c'era l'ombra: c'era un sapore buono di cannoncini e caffè. Il gusto di tutti quei passi alla volta.

La tua testa nuda è soltanto bella. E guardarla è un privilegio.

giovedì 5 luglio 2018

Richiamate da quel sorriso nonostante

Tornano, le parole. Si erano viste nello specchio, consunte, opache, inutili. Libellule stagnanti. Affaticate  dalla pochezza del loro volo. Eppure tornano, richiamate da un angolo di azzurro, da quel sorriso nonostante. Tornano a sussurrare un abbraccio, a racchiudere un grazie in un aeroplanino per lanciarlo forte, oltre questo prezioso qui e adesso, per quelli che saremo, per quando lo afferreremo domani, sorridendo ancora e ancora.

lunedì 7 maggio 2018

Quel fuoco cui saremo sempre intorno

Sono rimasta sulle scale. La chiesa stracolma, il cuore gonfio. L'Ave Maria che si sgranava, restituita vibrante dalla volta rotonda. 
Ho riconosciuto tutte le voci, ad una ad una. Molti non li vedevo da anni, di qualcuno probabilmente avrei stentato a riconoscere il viso, ma le voci arrivavano nitide, inconfondibili. Nel metallo del microfono, nelle sillabe forti e chiare delle sacre scritture, nell'abbraccio caldo dell'amen, sopra gli accordi delle chitarre, intrecciate nella seconda voce che sale. Inconfondibili carezze, pulsare di radici.
Resto anche oggi sulle scale e penso agli orizzonti lontani che ci hanno chiamato e ci chiameranno, ognuno le sue vette, ognuno le sue fatiche e quel fuoco cui sempre saremo intorno, in cerchio, a guardar salire le scintille e a guardare nascere le stelle. Insieme. 

sabato 31 marzo 2018

Mercoledì 28 marzo, sul binario numero 4

Sul binario numero 4 stamattina c'era un bambino. Il binario della stazione dell'Alta Velocità, quella nuova con le porte automatiche, le scale grandi e il tetto bianco con le onde. Questo bambino aveva il cappellino blu con la visiera e un piumino verde come la primavera, lo zainetto di Peppa Pig calzato bello dritto sulle spalle, un po' consumato come tutti gli zainetti molto amati. Teneva forte la mano del suo papà e camminava girando la testa da tutte le parti per non perdersi nulla di quell'avventura - che iniziava così, dal binario numero 4. O forse era iniziata con la sveglia prima del sole e i vestiti preparati sulla seggiola la sera prima, che domani si va a Roma, col treno ad alta velocità.
Ed io che questa mattina sul binario 4 aspettavo composta,  con la borsa da lavoro un po' consumata come tutte le borse molto amate e le chiavi della macchina ancora in mano, io che invece del cellulare guardavo lui, io ancora mi sento così, precisa uguale.
Forse è per questo che lui, passando, con la mano libera mi ha salutato.

lunedì 5 marzo 2018

Grazie, Damigella

Ciao Damigella, è stato bello vederti nascere - quella scintilla, quella che adesso è solo un crepitare fra i rametti secchi ma già lo sai che sarà un fuoco ardente e caldo - nel profumo della colla e della carta ritagliata, annodando nastri di bomboniere e idee alla rinfusa, nutrendomi dei tuoi consigli nelle affannate pause pranzo cariche di pacchetti e della tua complicità nel fare amicizia con vestito da sposa più corto del west.
Ciao Damigella, è stato bello vederti crescere. Spalancare gli occhi e fare ohh guardandoti dar forma ai sogni, affidarmi ai tuoi piccoli tocchi perfetti ogni volta che ho avuto bisogno di far brillare un momento, o un pensiero. E' stato bello vederti stretto addosso il vestito da damigella, vedere volare via la gonna a ruota - che tanto ho amato - e vederti correre, gambe forti e libere, come le tue idee.
Grazie Damigella, ciao ciao!


giovedì 25 gennaio 2018

La mia antica solida strada maestra

Stamattina guardandomi allo specchio mi sono scoperta una ruga nuova. Bella fonda. Mentre la esaminavo, piena di disappunto, qualcuno è passato in corridoio dicendomi una cosa buffa e io ho sorriso. Allora mi sono accorta che questa ruga nuova è proprio lì, dove parte il sorriso. Un poco sotto l'occhio destro - perchè ora so che il mio sorriso inizia un istante prima a destra che a sinistra. Allora l'ho amata, questa ruga nuova, così fonda e antica, così mia. Questo sentiero che hanno percorso tutte le mie tante piccole gioie e grandi felicità, tutte le mie tante esplosioni di allegria, le mie soddisfazioni, i miei benvenuto, i miei abbracci da lontano, i miei grazie senza parole. La mia ruga nuova, la mia antica solida strada maestra.
Quindi oggi, questa ruga, io la dedico a chi soffia candeline - candeline che per contarle basta una mano - e al suo viso liscio e morbido. A chi di sorrisi me ne ha fatto fare così tanti che per contarli non bastano neanche lontanamente tutte le nostre mani insieme e neppure i piedi. E gli auguro che in quel punto lì, dove parte il suo sorriso, cresca una ruga meravigliosa, profonda. Inequivocabile e sicura. Buon compleanno.