lunedì 28 febbraio 2011

Piove


Le parole si sciolgono nelle pozzanghere, si stemperano nel grigio che impregna l’aria, sbadigliano.

Vorrebbero vestirsi di un impermeabile giallo, e magari indossare  galosce travestite da coccinelle, come quelle della bambina che sta decorando di impronte digitali la vetrata della banca.

Vorrebbero saltarci dentro, alle pozzanghere, e svegliare tutti quei giacconi stanchi d’inverno, eppure rassegnati, che si affollano sui marciapiedi e rallentano il traffico. Vorrebbero schizzare tutte quelle parole stantie che attraversano le pagine dei giornali, ostruendo gli incroci ed i pensieri.

Ma le parole rimangono impigliate in tutto questo fango, in questo impicciarsi a vicenda delle auto parcheggiate in ogni dove, perché oggi piove. E sbadigliano, sbadigliano, mentre i giornali ripropongono parole tanto cupe quanto innocue, e la coda in banca non si smaltisce.

 

martedì 22 febbraio 2011

Kairos


In fondo è sempre una questione di tempo, se le cose prendono la giusta piega e scivolano via lisce o invece no. No, non parlo del tempo che si ha a disposizione, tanto o poco che sia (o, per dirla con una metafora: solido, liquido o gassoso che sia): parlo del ritmo del mondo, di quell’”ogni cosa a suo tempo” che recitano i nonni spazientendo i nipoti, o ancora, di quel fiducioso “c’è un tempo per ogni cosa” che fa sollevare così tante scettiche soppraciglia. E invece il mondo ha davvero un ritmo, e questa sensazione di fiato corto e di corsa contro vento, nove volte su dieci dipende dal fatto che ne sei fuori, fuori tempo (e qualche volta pure stonato come una campana).  

E’ impagabile, invece, la sensazione di essere a tempo, di fare o dire quella cosa proprio nel suo momento e ascoltarne l’effetto, gli echi e le risposte. Ti ripaga della fatica che hai fatto ad aspettare, tenendo la bada la paura di non arrivare in tempo. Perché certe volte arrivare in anticipo è tanto quanto arrivare in ritardo e non si può mettersi avanti, così è una cosa fatta. Ti ripaga anche della fatica che hai fatto a non lasciartelo scappare, a tenere le orecchie tese per sentirlo arrivare, perché non è affatto detto che il momento giusto si faccia annunciare o ti mandi un memo sul palmare.

Io non lo so cosa bisogna imparare, per riuscire ad andare a tempo, se è una questione di orecchio o se il tempo si sente col naso, come l’arrivo della neve, o se c’è bisogno di un metronomo da tenere nella pancia: so però che mi piacerebbe moltissimo danzare sempre al ritmo del mondo.

 

lunedì 14 febbraio 2011

Pollicina


Queste parole sono sassolini, che ho tenuto in tasca per un pezzo: ci ho giocato con le dita, aspettando autobus e idee, li ho scaldati nel palmo della mano facendo la fila per pagare la mia busta di insalata e la farina. Li ho tenuti in tasca per un pezzo, sapendo che prima o poi sarebbero venuti buoni, ed oggi mi sembra proprio il giorno giusto per farli cadere sul sentiero perchè lo so che li verrai a cercare, oggi o domani, o forse dopodomani.
Si proprio tu, li verrai a cercare, dopo anni che ti fai stampare i miei post e te li leggi al tavolo della cucina intanto che cuoce la pasta. Si, dico proprio a te, che dici sempre che non sei capace e che é una perdita di tempo, proprio a te che a forza di correre dietro a noi, coi fazzoletti che dimentichiamo, o di correre con noi, verso i treni che rischiamo di perdere, o di correre davanti a noi per illuminarci la via e impedire che finiamo in un fosso, sei arrivata fino qui. Buon compleanno e benvenuta sul web!

lunedì 7 febbraio 2011

Una tazza di tè


Tra Rogoredo e Lambrate, questa settimana, non ci sono parole. Sarebbero inutili, ridondantì, buone solo per ribadire un affetto e una presenza già ben note. Non saprei neppure renderle originali, perchè in fondo nell'affetto e nella presenza, quelli veri, di originale, per fortuna, non c'è granché.

Tra Rogoredo e Lambrate, questa settimana c'è una tazza di tè con un lieve sentore di menta. Un tè che riscalda le membra e il cuore e che rinfresca i pensieri, un tè che ha un vago sapore di deserto e di tramonti saturi e promettenti. Una tazza di tè che é la promessa di giornate felici, di viaggi e di sogni e di una casa che aspetta il nostro ritorno, senza più dolore.