Non c’è niente come pulire una casa per sentirla tua.
Forse non è vero che abbiamo cura delle cose perché sono nostre, forse facciamo nostre le cose perché ne abbiamo cura.
Forse se ci mettessimo in ginocchio a pulire con un setaccio i fiumi e i mari o se salissimo su una scala con vetril e carta di giornale per tirare a lucido i nostri cieli, proprio come ho fatto io con le mie finestre e col mio nuovissimo pavimento color sabbia, ecco dico, se potessimo rimanere lì, dentro ad una vecchia tuta, a sudare un po’ e ogni tanto guardarci intorno, tanto per raddrizzare qualche minuto la schiena e ravviarci i capelli, per tirare un secondo il fiato ecco, forse potrebbe accadere che ci nasca la gratitudine per questa casa che abbiamo e la voglia di renderla bella e colorata, e un po’ di fastidio per quelli che sbriciolano in giro e portano dentro tutto il fango senza curarsi di adoperare lo zerbino, e magari potrebbe accadere anche che ci prenda il gusto di starci dentro a questa casa, la sera e la domenica, senza far niente di speciale, solo per godercela un po’.