sabato 27 gennaio 2007

L’oroscopo che si autoavvera, o l’effetto Rosenthal applicato alla giornata di un pendolare

Oroscopo Nel 1976 Rosenthal formulò una teoria che divenne famosa col nome di “Effetto Pigmalione” o “La profezia che si autoavvera”. Semplificando al massimo, questa teoria (comprovata da molteplici evidenze sperimentali) rileva come, a partire da una convinzione iniziale su “come andranno le cose”, gli individui attuino, in modo inconsapevole, dei comportamenti tesi a realizzare, nei fatti, la loro “profezia”.


 


Questo è il motivo per cui, ad esempio, tendono ad avverarsi le “profezie” degli insegnanti sugli allievi più promettenti e su quelli meno promettenti: in modo del tutto inconsapevole essi metteranno in atto comportamenti differenti. Infatti nel primo caso favoriranno il rendimento scolastico degli alunni rivolgendosi a loro più spesso, lasciando loro più tempo per fornire le risposte, assumendo, in termini generali, un atteggiamento di fiducia e mostrandosi più pazienti, mentre nel secondo caso addirittura potrebbero ostacolare il rendimento scolastico assumendo un atteggiamento che comunica sfiducia e scarsa stima.


I  meccanismi psicologici alla base dell’effetto Pigmalione sono i medesimi che fanno sì che svegliandoci un lunedì mattina di pioggia con il pensiero “che schifo di giornata” faremo inconsapevolmente in modo di rendere davvero schifosa la giornata che verrà.


 


Per questo, quando apro il giornale alla pagina dell’oroscopo mentre aspetto il treno, in ritardo, su un binario buio e freddo, dopo che la sveglia ha suonato molto prima dell’alba, con le spalle già gravate dal peso di una borsa carica di documenti e di pensieri per la riunione che verrà …. e l’oroscopo recita:  “Sagittario: sarebbe stata una buona idea rimanere rintanati sotto le coperte lasciando fuori il resto del mondo, la giornata di oggi  non vi porterà niente di buono, né sul fronte lavorativo né su quello sentimentale”, ecco che mi chiedo: ma chi fa l’oroscopo sui giornali si rende conto della sua dose di responsabilità? Ma l’avrà studiato Rosenthal? Facciamogli un corso di aggiornamento!


… E poi grugnisco, scorbutica, al buongiorno del capotreno….

lunedì 15 gennaio 2007

Senza titolo

 

Dopo aver vagato a lungo, e con rabbia, nei meandri del suo corpo, su e giù per le vene, per le arterie e le sinapsi, dopo aver reso per molti giorni e infinte ore pesanti i suoi passi e il suo respiro, amaro il sapore  delle cose e sordi i suoni, finalmente, quella notte, il Dolore trovò la strada per uscire. E giunse, finalmente, alla punta delle sue dita. E calmo e caldo, dalle sue dita uscì, e inondò i fogli.


 


Suonare_violino Lei scrisse, dunque, china alla scrivania dello studio, scrisse parole a fiotti e lunghe frasi, storie e metafore, poesie. E quando fuori si fece chiaro, ella vestì e pettinò il suo corpo che non aveva dormito e diligentemente, coraggiosamente, e finalmente con passo elastico, uscì a compiere le faccende di cui si compongono le giornate. Uscì e lasciò il Dolore disteso ad asciugare su fogli di carta azzurra, in disordine, sulla scrivania. Non si trattò di oblio, né di sconsideratezza, e neppure di guarigione. Il Dolore l’attendeva, ma era rimasto a casa.


 


Rientrando la sera trovò la serratura forzata.


Con timore mosse i suoi passi nella sua casa violata, fra i cassetti rovesciati, le sue cose disseminate, pestate, stropicciate, frammenti di specchi, vetri, cuscini, porte di armadi spalancate, la sua collana di perle, documenti, libri, una copertina strappata. Si avvicinò  alla porta dello studio sgomenta, con la testa affollata dalla lista provvisoria e confusa delle cose di cui era stata derubata. Vide due uomini, seduti per terra. C’erano fogli azzurri sparsi tutt’intorno, e loro, abbracciati, piangevano.