venerdì 27 febbraio 2009

Capitoloquattro

Il capitolo quattro ha i caratteri appuntiti e faticosi delle mani screpolate dal freddo, della ricerca delle chiavi in una borsa troppo piena e delle gomme  sgonfie che non ne vogliono sapere di prendere l’avvio della salita.


Nel  capitolo quattro Lei ha messo un gran pacco di dolci pensieri nel cestino della sua bicicletta e si avvia lungo il viale ancora privo di foglie, con il collo avvolto nella grigia lanosa consapevolezza che fra  l’essere e il voler essere c’è di mezzo quell’angusto passaggio nella cruna dell’ago.

giovedì 19 febbraio 2009

"L'età ti fa capire certe cose...

.. Per esempio, adesso so che la vita di un uomo si divide fondamentalmente in tre periodi. Nel primo uno non pensa neppure che invecchierà, nè che il tempo passa, e che fin dal primo giorno, quando nasciamo, camminiamo verso un unico e identico fine. Passata la prima giovinezza, comincia il secondo periodo, nel quale uno si rende conto della fragilità della propria vita, e quello che in principio è una semplice inquietudine va crescendo nell'animo come un mare di dubbi e incertezze che ti accompagnano durante il resto dei tuoi giorni. Per ultimo, alla fine della vita, si apre il terzo periodo, quello dell'accettazione della realtà e, di conseguenza, quello della rassegnazione e della speranza. Lungo la mia vita ho conosciuto molte persone che sono rimaste agganciate a uno di questi stadi senza mai riuscire a superarli. E' qualcosa di terribile."


(Carlos Ruiz Zafon)

martedì 10 febbraio 2009

5 febbraio

Stasera ci rivedremo, dopo vent'anni. Cosa indosserò, io che l'ultima volta avevo la gonna di nay oleari e la mattina davanti allo specchio mi gonfiavo la frangia con la spazzola rotonda e che ora la mattina davanti allo specchio mi strappo tenace quei due capelli bianchi? Cosa voglio si veda stasera di me e della strada che ho percorso e della vita che mi ha attraversato? Cosa ci diremo adesso noi, che siamo stati noi solo nel pavido silenzio davanti a un dito che scorreva i  nomi sul registro? Cosa vedrò di voi, ora che si sarà reso evidente che le profezie dei voti dei compiti in classe non si sono punto avverate? Ci siamo vicendevolemente immaginati da grandi, ma poi quando lo siamo diventati non c'eravamo a ricordarci l'un l'altro cosa saremmo dovuti diventare e stasera ci guarderemo in faccia e faremo due conti. Dai, vestiti e vai, che sta per suonare la campanella.

giovedì 5 febbraio 2009

Lo stato del Tempo

Ci sono persone che intendono il Tempo come elemento allo stato solido. Ordinano unità predefinite di tempo come zollette in un piattino. Cercano la configurazione ottimale: spostano i pezzi, li girano. Se proprio un pezzo non ci sta lo buttano, se proprio rimane un buco respirano.


Altre persone invece si rapportano con il Tempo come se fosse un liquido. Lo riversano in un contenitore e lui si adagia, distribuendosi in funzione delle pendenze e degli anfratti, del livello di comunicabilità o incomunicabilità dei vasi. Lascia che sia.


Poi ci sono coloro che lo considerano allo stato gassoso. Lo soffiano fuori. Lo comprimono fra le pareti. Può starcene ancora. Bhuum. E’ proprio a costoro che  capita sovente che il Tempo se ne voli via, fra i frammenti dell’esplosione.