giovedì 22 gennaio 2009

Via Galimberti, in gennaio

Ha i baffi grigi e un maglione girocollo di una tonalità di poco più scura. Ha il viso e le mani di chi ha lavorato all'aperto e un paio di occhiali che da poco si è risolto ad indossare. La montatura l'ha scelta sua nipote, quella che fa l'università, che sua figlia tra la casa e il lavoro tempo proprio non ne ha, e poi mamma hai dei gusti così antichi: dall'ottico col nonno ci vado io. E' bello vederlo in questa mattina gelida e assolata, seduto in maccchina sotto casa di lei.


Lei ha un dolcevita color lavanda e i capelli corti bei lucidi, perchè ha ripreso a sciacquarli con l'aceto ma non lo dice a nessuno perchè se ne vergogna un po'. Figurati alla mia età. E' bello vederla, seduta sotto casa nella macchina di lui. Che poi, a chiamare casa questo appartamentino in città lei proprio non si sa abituare. D'altra parte suo figlio ha pure ragione, mamma non sto tranquillo a saperti qui da sola, e così eccola qui: camera, bagno, soggiorno, cucinotto. Se hai bisogno alzi il telefono e in due minuti sono da te.


Lui ha il braccio intorno alle spalle di lei e lei ha il busto appena inclinato verso il volante. Sta pensando adesso gli chiedo se sale a prendere un caffè. Santo cielo cosa penseranno i vicini. Adesso glielo chiedo. Adesso. Fra un minuto. Lui sta pensando io adesso la bacio. Adesso. Adesso. Fra un minuto. E sono ancora lì, seduti in macchina vicini, a guardare avanti.

lunedì 12 gennaio 2009

Punto interrogativo

In questi primi giorni dell'anno sono molti gli eventi che mi inducono a disegnare e ridisegnare lo stesso punto interrogativo. Ho l'impressione che tutte le strade mi riportino sempre a questo stesso punto (interrogativo). Oppure, più probabilmente, la traccia che lascia il mio disegnarlo e ridisegnarlo si è fatta così spessa che tutto ciò che accade finisce per ricadervi dentro.


E quindi eccolo, nero su bianco: il mio primo punto di domanda del 2009.


E' possibile far convivere l'umiltà di mettersi sul piano dell'altro con la volontà di non rispondere alle sue provocazioni? Porgere l'altra guancia non finisce qualche volta con l'essere il vero schiaffo? Ho il sospetto che la mia dose di tolleranza altro non sia che un modo più elegante, o più codardo, di ostentare una banale forma di auspicata superiorità.