"Quello che chiamano stile è solo un errore che consente di lasciare un segno personale" (O.P.)
Lo stile come pigro narcisitico perseverare del diabolico. O come occasionale sistematica imperfezione di una distratta umanità?
"Quello che chiamano stile è solo un errore che consente di lasciare un segno personale" (O.P.)
Lo stile come pigro narcisitico perseverare del diabolico. O come occasionale sistematica imperfezione di una distratta umanità?
Il dottor Wadid arriva puntuale e ha una camicia azzurra ben stirata. Indossa un paio di occhiali dalla montatura dorata che, proprio come la serietà cortese con cui saluta e si presenta, sembrano scelti per dare autorevolezza a un volto altrimenti troppo giovane e pulito. Parla un inglese corretto, pronuncia lentamente le parole per assicurarsi di venire compreso e ascolta con attenzione. Raccomanda di bere molta acqua e scandisce: no milk, no eggs, no yoghurt. Si disinfetta le mani prima di toccare il termometro e nonostante cerchi di dare ai suoi movimenti una certa disinvoltura, il modo in cui le sue mani aprono e chiudono la valigetta tradisce una dignitosa fierezza per i suoi strumenti e per l'ordine in cui sono tenuti.
Il dottor Wadid fa bene il suo lavoro ed è sempre reperibile. Quando arriverà, il momento non lo coglierà impreparato: non avrà macchie sulla camicia, nè un tono svogliato o modi frettolosi, nella sua valigetta ci sarà ciò che serve, la sua diagnosi sarà accurata e la cura che prescriverà sarà impeccabile. Perciò il famoso primario europeo che sarà capitato in vacanza nel grande albergo in cui Wadid presta servizio 24 ore su 24, colto dalla gastroenterite del viaggiatore, rimarrà oltremodo colpito dalla professionalità con cui à stato curato da un giovane medico egiziano. E l'occasione di Wadid sarà lì, finalmente pronta per essere afferrata; basterà prendere per mano la moglie e i bambini e volare via. Dunque avanti il prossimo: no milk, no eggs, no yoghurt. E mi raccomando di bere molta acqua.