Due anni fa quando sono stata investita ho pensato che sfortuna. Poi quando mi sono resa conto che avrei potuto perdere la vita e forse non solo la mia, ho pensato che fortuna. Poi quando ho capito che non sarei più tornata come prima ho pensato che sfortuna. Poi quando mi hanno detto che avrei potuto camminare con le mie gambe ho pensato che fortuna. Poi quando ho scoperto che non avrei più corso ho pensato che sfortuna. Forse domani la gamba non mi farà male e penserò che fortuna.
Ieri guardavo le mie foto sugli sci di due anni fa e pensavo “sono già passati due anni, mi sembra ieri”, poi sono andata a fisioterapia e mentre programmavo la macchina con i soliti gesti pensavo “sono passati solo due anni, non mi ricordo più cosa facevo prima di venire qua”.
Penso che poche cose come gli anniversari ci facciano toccare con mano la relatività delle nostre valutazioni. Il tempo, la sorte… ci costruiamo i nostri piccoli ridicoli parametri per illuderci di poter capire, incasellare gli eventi, ma non capiamo