giovedì 18 aprile 2024

...innanzitutto...

Colloquio di selezione  con una giovane neolaureata.

Una di quelle col viso pulito, gli occhi luminosi e la coda di cavallo. Coi pantaloni blu e la camicetta e il braccialetto sdrucito del mare che porta fortuna.

Una di quelle che risponde alle domande, e punto.


Dopo una mezz'ora di botta e risposta sul suo percorso di studi e aspirazioni professionali:

"... leggo sul CV che ha ottime capacità di lavorare in gruppo. Ora, lei non ha ancora avuto esperienze di lavoro, ma sicuramente durante gli studi avrà avuto occasione... poi vedo che è stata tanti anni negli scout... ecco, allora le chiedo: qual'è di solito il suo contributo, cosa "porta" Chiara nel gruppo...?" 


Classico filo di imbarazzo. Pausa. Volge lo sguardo intorno. "Non so..."

Poi sorride e torna a guardarmi negli occhi: "beh, innanzitutto io di solito porto la chitarra".


#assunta

venerdì 8 marzo 2024

Otto Marzo

Oggi ho fatto questo pensiero: in regalo, per la festa della donna,  mi piacerebbe che la parola Donna potesse finire in soffitta. Nei bauli con i merletti della nonna.

 Sì lo so è provocatorio. E forse io stessa non sono neppure del tutto d'accordo con quello che sto per dire. Però qualcosa mi invoglia ad imboccare questa strada. Così, per curiosare.

Ecco, ho pensato, non sarebbe male se fossimo al punto in cui poter mettere in soffitta questa parola, Donna - che mi dicono derivare da domina: signora, padrona -  e prendessimo l'abitudine di riferirci a tutte le persone chiamandole Uomini - dal latino homo, legato a hŭmus 'terra'. Terrestre. 

Homo Sapiens. Homini. Uomini. Il nome della nostra specie.

Uomini maschi e uomini femmine, con tutto ciò che di differenza ne deriva, ovvio. Con mille modi e altrettante parole per fare di queste differenze - e di altrettante multiformi e sfaccettate somiglianze - un'infinita gamma di irripetibili individualità. 

Ma, fondamentalmente, senza più nessun bisogno di definire in modo diverso il nostro Essere Umani.

giovedì 29 febbraio 2024

Le viole

Mi colgono sempre all'improvviso, le viole.

Come certe occhiate discrete, fra le foglie scure, impregnate di inverno.

Carezze.


Silenziose e vellutate, come passi di prima mattina, avvolti nella vestaglia. Promesse.

lunedì 29 gennaio 2024

Ma tu gli occhi li avevi alzati

Quando nella nebbia, fra le nubi, proprio quando alzi gli occhi, fa capolino un lembo celeste. Solo per un momento. Che ti sembra di averlo immaginato. E invece davvero ti ha strizzato l'occhio. Davvero. Una carezza lieve sulla testa, intanto che nessuno guardava. 

Ma tu gli occhi li avevi alzati.