domenica 25 settembre 2011

Settembre


Settembre è la luce dorata che impregna le foglie. La bevono, grate e accaldate. Poi ebbre, arrossate, assonnate, si lasceranno andare. 
Voleranno.
Cadranno.
Ora, ancora, non lo sanno.

mercoledì 21 settembre 2011

Lo sciacquone per i pensieri



 



Ha proprio ragione M.
Sarebbe bellissimo premere un pulsante, sentire lo scroscio dell'acqua, e via: tutti i pensieri e le preoccupazioni giù per lo scarico. Definitivamente smaltiti in un imprecisato sistema fognario che neppure ci prendiamo la briga di immaginare, tanto poco ci riguarda più, una volta che abbiamo tirato l'acqua.
Anzi, quasi quasi meglio ancora sarebbe tirar la catena, come si faceva una volta e come si fa ancora, in qualche vecchia casa. Una catenella che penzola invitante poco più su dell'orecchio destro, appena visibile in un angolo del campo visivo.
Afferrarla con nonchalance, tirare appena e sentire l'acqua che arriva ubbidiente a trascinar via i pensieri. Sentirli scrosciar via in un soddisfatto gorgoglio che lascia tutto pulito, una leggera schiuma, un sentore di pino silvestre.
Ah si, stasera appoggerò la testa sul cuscino, aggiusterò per bene le coperte, e poi tirerò la catena. Ahhh. Buonanotte.

 

lunedì 12 settembre 2011

Fotografie di Istanbul


Istanbul ha una bellezza da ritagliare. Sagome di cupole e minareti, mosaici, palazzi trasudanti storie e leggende e tesori, ville affacciate sullo stretto trafficato di barche e gabbiani, tramonti arrossati dal vento, terrazze candidamente apparecchiate e grandi bandiere che sventolano fiere.

Tra i ritagli sono rimasti il profumo dello sgombro alla brace e delle pannocchie, la folla che si accalca, sudata e vociante, fra mille e una bancarella, il lustrascarpe con la sua elemosina truccata,  e poi i resti di tutta questa vita, che volano per le strade quando i carretti delle noci hanno preso la via di casa e il crepuscolo pregno di preghiera ha ceduto il posto alle ombre.

 



A pensarci, non sono ritagli che si possano gettare nel bidoncino blu della carta da riciclo. A pensarci, è un peccato non averli fotografati.
 

lunedì 5 settembre 2011

Il contrario di paura


É stato guardando morire una candela, nella nicchia di una chiesa.


Era una di quelle chiese in cui sembra che entrino solo i turisti per riposare un attimo all'ombra, eppure ci sono tutte quelle candele che brillano nelle nicchie, appoggiate su un dito di acqua, e viene da chiedersi chi le avrà accese, e quale tenebra o gratitudine avrà avuto nell'animo, chissà.


Ero molto vicina a te, pur senza sfiorarti ( 'come solo un marito ed una moglie', mi sono accorta di aver pensato) ed eravamo, semplicemente, in un nudo silenzio. Le parole sarebbero venute, poi: io sentivo la tua certezza e tu la mia e non avevamo, quindi, nessuna fretta di rivestirlo.


Abbiamo guardato morire una candela, nella nicchia di una chiesa, ed é stato lì  che ho capito che il contrario di paura é fiducia.