sabato 23 febbraio 2008

Capitolozero

Vedeva le cose, le persone, allontanarsi, come dal finestrino di un treno. E come fosse stata su un treno non poteva fare nulla per toccarle, non poteva nemmeno rallentare un poco, appena un poco, solo per metterle a fuoco così com’erano in quel momento e scattare il click di un addio. Così, quando il treno fosse stato lontano, non avrebbe saputo dire esattamente in quale momento aveva iniziato ad allontanarsi.


Perché a questo serve salutare, a sapere poi quand’è che ce ne siamo andati.





 


Così si può dire che iniziò un nuovo giorno senza essere andata a dormire. E con quel medesimo torpore che potrebbe anche essere desiderio di non sintonizzarsi sul canale della malinconia, saltò a piè pari il rito del caffè e del rifare il letto e trotterellò giù dalle scale. Non si chiese se le porte che lasciava aperte alle sue spalle si sarebbero chiuse lentamente nell’inerzia dei giorni piuttosto che sbattendo al prossimo colpo di vento. La cosa certa era che si sarebbero chiuse, e che lei non avrebbe sentito sul palmo della mano il freddo della maniglia.

sabato 16 febbraio 2008

Sibillinità

Se è vero che dietro ad un grande uomo sovente c'è una grande donna, potrebbe dirsi altrettanto vero che dietro ad una grande donna c'è spesso un uomo molto piccolo?

venerdì 8 febbraio 2008

Venerdì

La mia casa abbandonata, come un gatto offeso, mi accoglie con il capo chinato delle rose stanche di aspettare le mie cure e spalanca la lavastoviglie su una sfilata di accusatorie tazzine da caffè. Nel bagno è rimasto l’ordine perfetto del passaggio della mia fata marocchina, ma se ne è già andato l’odore di magia della spugna appena passata. Ho voglia di mettere in disordine, di accendere le luci e i fornelli. Ho voglia di sentir suonare il campanello e di essere a casa.

venerdì 1 febbraio 2008