mercoledì 23 settembre 2009

Pensando a chi soffia sulle candeline

Come se a 20 anni, coi muscoli fiammanti scalpitanti, coi pensieri frementi e vaghi e onnipotenti, con la vista acuta e la mano ferma e nessuna idea di cosa può trovarsi dietro la prima collina, come se a 20 anni, ad un certo punto, noi lanciassimo la nostra bianchissima pallina da golf, ferma sul tee, bella centrata sulla linea di partenza. Sciolto, potente, ignaro.


Come se gli anni a venire fossero poi un passo dopo l’altro dietro la traiettoria della pallina. E come se ogni tanto, in un giorno come potrebbe essere oggi, ci si ritrovasse con la sacca infangata e la fronte sudata, a fare il conto dell’handicap e delle buche, sapendo però che quello che davvero conta altro non è che questa straordinaria camminata nel verde, e il battito del cuore ogni volta che prepari il colpo, e questi esseri umani che trattengono il fiato per te e il tuo swing è il loro swing.


E l’augurio è che davanti a queste 50 candeline si possa ripensare a quel tee-shot ed essere grati.

venerdì 18 settembre 2009

Relatività

Non avevo mai realizzato che, in proporzione alla durata delle rispettive vite, le montagne si muovono ben più velocemente degli esseri umani.


E' facile dimenticare che la finestra dalla quale guardiamo il mondo è molto piccola.


venerdì 11 settembre 2009

Family Tales

E’ biondo questo terrore stretto fra braccia scure. Ha gli occhi celesti e limpidi di un destino senza requie, circondato di vocianti, reclamanti, inequivocabili fratellini bruni. 


E’ rotondo, angusto e senza appigli questo pozzo di cui non si vede il fondo, come il mormorio dei vicini che si affaccia e piove dalle porte accostate di questa tribù di ringhiera.


Il mormorio che si fa strada, senza tregua e senza riposo, risacca che diventa fragore, onda erosiva che allarga le crepe di un desiderio mai confessato, soffocato, schiacciato, il peccato.


E’ biondo questo bambino che porta alla luce il peccato mai consumato e compie la folle punizione di un ventre che svergogna il pensiero.


E’ rotonda e senza appigli la colpa dipinta dal coro sul volto di nonna, così chiara e celeste che le lunghe ciglia scure non poterono adombrarla neppure il tempo di prendere un respiro, così angusta che neppure il battito d’ali di un dubbio trovò mai lo spazio per dispiegarsi.


Il silenzio seguì al salto, ma ancora oggi qualcuno mormora che nel fondo del pozzo possa vedersi, certe notti, un piccolo volto biondo, stretto fra braccia scure. Il terrore.

lunedì 7 settembre 2009

E' questa in fondo la lezione

".... Perchè questo mondo che ci pare una cosa fatta di pietra, vegetazione e sangue non è affatto una cosa ma è semplicemente una storia. E tutto ciò che esso contiene è una storia e ciascuna storia è la somma di tutte le storie minori, eppure queste sono la medesima storia e contengono in esse tutto il resto. Quindi tutto è necessario, ogni minimo particolare. E' questa in fondo la lezione. Non si può fare a meno di nulla. Nulla può venire disprezzato. Perchè, vedi, non sappiamo dove stanno i fili. I collegamenti. Il modo in cui è fatto il mondo. Non abbiamo modo di sapere quali sono le cose di cui si può fare a meno. Ciò che può venire omesso. Non abbiamo modo di sapere che cosa può stare in piedi e che cosa può cadere. E quei fili che ci sono ignoti fanno naturalmente parte anch'essi della storia e la storia non ha dimora nè luogo d'essere se non nel racconto, è lì che vive e dimora e quindi non possiamo mai aver finito di raccontare".


(Cormac McCarthy, Oltre il confine)