Come se a 20 anni, coi muscoli fiammanti scalpitanti, coi pensieri frementi e vaghi e onnipotenti, con la vista acuta e la mano ferma e nessuna idea di cosa può trovarsi dietro la prima collina, come se a 20 anni, ad un certo punto, noi lanciassimo la nostra bianchissima pallina da golf, ferma sul tee, bella centrata sulla linea di partenza. Sciolto, potente, ignaro.
Come se gli anni a venire fossero poi un passo dopo l’altro dietro la traiettoria della pallina. E come se ogni tanto, in un giorno come potrebbe essere oggi, ci si ritrovasse con la sacca infangata e la fronte sudata, a fare il conto dell’handicap e delle buche, sapendo però che quello che davvero conta altro non è che questa straordinaria camminata nel verde, e il battito del cuore ogni volta che prepari il colpo, e questi esseri umani che trattengono il fiato per te e il tuo swing è il loro swing.
E l’augurio è che davanti a queste 50 candeline si possa ripensare a quel tee-shot ed essere grati.