mercoledì 2 ottobre 2019

Sulla soglia


Non c’è niente di più terribile e fecondo del dolore dei bambini.

Quello che ti attraversa e ti fa tornare polvere, che ti fa diventare cielo. Quello che ti spalanca le braccia e ti tiene fermi i piedi.

Martello e campane, e l’inutile perché che ti scalcia in gola. Riccioli che si mescolano, ieri oggi e domani, il buon sangue che non mente mai. Le preghiere e l’amore, quello che è l’unica cosa che conta e non dobbiamo dimenticarlo, noi.

Vorrei raccogliere tutte quelle risate e quel coraggio che certe persone ci hanno lasciato e farne un abbraccio azzurro e infinito.

Vorrei prendere certi zaini e lasciare certe spalle libere di sussultare del dolore fecondo dei bambini, quello che ti trasforma e ti consola.

Quello che mi porta, ora, sulla soglia di questo immenso silenzio e forse, ora, forse, ce la faccio ad ascoltarlo.