lunedì 28 giugno 2010

Ritratti, n.4

Ha guance di porcellana e occhi di principessa, quegli occhi che non ti aspetti, di quelli che potrebbero coglierti di sorpresa da sotto un turbante beduino o da sotto ad un caschetto di capelli scuri.


C'è in lei per davvero la generosità che promettono il suo seno e il suo grande divano, la generosità che non sempre trova immediata corrispondenza nella logica ferrea dei suoi pensieri, condotti e incalzati da un implacabile "sì, però", e allora, dolce e caparbia, la generosità costringe il pensiero a ridefinire i suoi perimetri per ricomprenderla, affinchè possa mostrarsi al mondo vestita coi colori discreti della logica e della razionalità.


Il profumo che emana da questo ritratto è quello della torta per la colazione, cotta nel forno alla domenica, perchè il lunedì la sveglia sia un po' meno nemica.

martedì 22 giugno 2010

Ritratti, n.3

Il ritratto numero tre è sgranato e sfuocato come un'immagine troppo ingrandita, o riflessa in uno specchio segnato dal tempo e dall'usura. Si distinguono solo capelli iperattivi e ossa appuntite come certe matite. A ben guardare intravedo anche un paio d'occhi e una bocca che non hanno timore di sorridere, ed il resto dei lineamenti che si piega alla loro volontà. Non riesco a vedere altro, e l'unico suono che sento è quello di un battito. Dunque, passiamo al prossimo.

lunedì 14 giugno 2010

Ritratti, n.2

Ha un cuore di biscotto, e chi si avvicina può sentirne il profumo. Ha un viso sereno che le distende i lineamenti e allontana le preoccupazioni dagli occhi di chi guarda: è quindi necessario osservare con attenzione la sua fronte, appena al di sopra delle eleganti sopracciglia, per avere sentore di un ribollire di pensieri, giù nel profondo.

Ha le mani di chi è abituato ad accarezzare ed il tatto che allevia e accoglie, sollecito e laborioso, le pene e la pena di chiedere aiuto.

Ha negli occhi il desiderio educato di un mondo più chiaro, regolare e pulito come una dimostrazione matematica, e questo rende ancor più bella la dolcezza con cui si lascia frastornare le giornate dai suoi cuccioli indisciplinati e ancor più autorevole la forza con cui li difende, dai malvagi e dalle intemperie.

Quando torna a casa, dopo mille faccende, apre la credenza e sgranocchia qualcosa: forse è per questo che quando torni, fosse anche dalla più avventurosa delle avventure, la prima cosa che ti chiede è: hai mangiato? Come a dire: sei a casa.

lunedì 7 giugno 2010

Ritratti, n.1

Ha il viso soffuso da capelli bianchi e fieri, ordinati e lucidi come la sua cucina. Ha nei tratti, e nel portamento, una bellezza che non ne vuole sapere di cedere il passo all'artrosi, così come l'allegria che le percorre gli occhi e la bocca, in un domino di piccole rughe, tiene testa, nonostante tutto, alla malinconia.


Pela le patate e le rivolta nella padella di olio bollente con la sicurezza di chi ha mietuto svariati successi e l'attenzione di chi sa che quei successi altro non sono che la disciplinata conseguenza della massima cura. Nonostante tutto, però, spia le reazioni della lunga tavolata trattenendo il fiato, e il gesto della testa con cui accoglie i complimenti lascia intravedere il ricordo di un salto in alto ben riuscito, tanto tempo fa, e degli applausi, forse, degli spettatori con le camice nere.


Nel suo modo di piacere e di conquistare c'è un arte coltivata con passione, la stessa con cui cura il suo orto e le sue rose, ed è per  mantenerla allenata che si attarda a conversare coi medici, coi negozianti e con qualsiasi operaio le capiti a tiro, anche se ha troppa classe per ammetterlo. Fatto sta che è l'unica persona di cui si abbia notizia ad ottenere solerti e cortesi risposte dagli operatori dei call center della compagnia telefonica e si mormora di agenti immobiliari che la cercano con regolarità, pur sapendo benissimo che la sua casa non è in vendita, così, solo per fare due chiacchiere. La mia opinione è che stiano cercando di farsi invitare per la prossima padellata di patate fritte.