sabato 7 agosto 2021

Chissà

A volte è come tenere in mano il filo di un palloncino, di un aquilone, di una mongolfiera. Lo stringi forte nel pugno. Parli, cammini, mangi, dormi, guidi ... e hai sempre quel paio di neuroni dedicati. Ce l'hai ben saldo? Si si. 
Mangi, dormi, parli, cammini e stringi.  Senti quella gravità al contrario, senti il filo teso. E tieni.
Eppure se ti chiedessero che cavolo c'è in fondo a quel filo non è che sapresti rispondere. Chi te lo ha messo in mano, quando è successo. Perché non deve volar via. 
Niente, il vuoto totale. 
Come se fossi nata così.

E lasciare che sia la musica a muoverti le anche è come lasciare andare il filo. 

Allora può anche essere che sia una sera d'estate, con una musica ballerina, con un prato di velluto, con allegri sconosciuti che non chiedono e non vogliono e non sanno e non sapranno e non saranno ... Può anche essere che sotto questo cielo di agosto di gelati dolcissimi, che in questa estate in cui mai ti sei sentita così inesorabilmente bambina e così implacabilmente adulta, può anche essere che per un attimo tu pensi che forse potresti anche ballare.