mercoledì 30 dicembre 2015

Allora vieni, dai...

- Buongiorno Bella Bambina! 
- Babbo Natale?? Qui nel bosco solo soletto? 
- Oh oh oh
- Mmmm 'spetta però... ha due occhi graaandi... due orecchie graaandi... una bocca gr.... Lupo!!!
- Uff e sì che questa volta mi ero impegnato. Ma tu piuttosto, cosa ci fai con quel pentolone sotto al braccio?  Il cestino non bastava più?! Quante frittelle ha fatto tua mamma quest'anno? 
- Ma che frittelle, Lupino! Se tu non passassi tutto questo tempo a travestirti (un giorno, lo sai, dovremo pur affrontare anche questo argomento) lo sapresti: qui dentro c'è il Natale!
- Bella Bambina.... non è che ti sei fermata a mangiare qualche funghetto strano lungo la strada eh?!
- Ma no! Questo - toc toc, senti che bel suono che fa? - questo è il pentolone della nonna. 
- Gnam... Davvero la nonna è... è.. lì dentro??!
- Ma cosa dici!!! Asciuga l'acquolina e togliti quel berretto rosso da quelle due sventole di orecchie che stavolta devi ascoltar bene.
- Spara!
- C'è il cacciatore?!
- Ma no, dico spara il tuo racconto. Avanti ascolto. 
- Va bene. Vedi Lupo, dentro questo pentolone ci sono le tradizioni. Che non sono niente di strano, sono magari certi torroni speciali, certi cartelloni con le poesie e le stelle dorate, certe letterine scritte con la polvere magica, certo profumi che escono dal forno, certe salsine, certe ricette di famiglia, con le aggiunte a margine a matita, certi palloncini che sembrano normali ma non lo sono, e tante tante altre cose essenziali e bellissime... Hai capito Lupo? Qua dentro ci sta il filo che va dritto alla corrente che accende certe lucine tutte intorno alle nostre finestre e ai nostri affanni. Hai capito Lupo?
- Senti Bella Bambina, io non lo so se ho capito ma se ti aiuto a portarlo, questo pentolone, poi mi fai mangiare i cappelletti della tua nonna?
- Sarai buono?
- Non credo...
- Allora vieni, dai. 




domenica 13 dicembre 2015

Cara Santa Lucia

Cara Santa Lucia,
bando alle ciace. Inutile che ci giriamo intorno. Quest'anno non sono stata punto buona. Sono stata impaziente, pigra, golosa, e pure parecchio egoista. Non posso neppure dare la colpa alle scarpe: ne ho per tutte le stagioni - ... ehm... a proposito sono stata pure un po' vanitosetta, a dirla proprio tutta - e ho perfino un paio di scarponi nuovi che non temono le intemperie nè i sentieri dissestati.
Sì Asino, fai bene a far su e giù con la tua testa ruffa, ad assentire perfino con la coda. Quest'anno non ho proprio scuse. 
Eppure tu sei venuta lo stesso, con la tua luce dorata piena di tepore, e tu pure Asino, nonostante la nebbia e il freddo, con i sacchi sulla groppa e gli occhi più dolci dei miei biscotti.  
E' proprio vero che Santa Lucia arriva quando ne abbiamo più bisogno - e quanto bisogno ne abbiamo, in certe notti lunghe - e che non c'è niente che faccia venir voglia di essere più buoni come il sentirsi amati. 

lunedì 7 dicembre 2015

Come lupo

Conosco un bambino che ha una scatola per la rabbia. Tonda e blu. Così che la rabbia può acciambellarsi e star quieta, assopirsi un po'. 
Non c'è bisogno di mandarla giù, di digerirla insieme al polpettone. Non c'è bisogno di relegarla in Siberia, ai lavori forzati coi reietti. Possiamo tenerla nel comodino, che qualche volta, a piccole dosi, è preziosa. Ha quel lampo, qualche volta, che dà alle nostre parole addomesticate la forza di mordere le chiappe, di lasciare il segno. Quel lampo che ci fa vedere, qualche volta, oltre le tende pudiche della buona creanza. 
Un scatola tonda e blu, dunque, col coperchio bello stretto: che la rabbia non venga covata, nè nutrita come serpe in seno; che non venga soffocata col cuscino, nè bandita come strega o demonio. Che sia piuttosto conosciuta e rispettata, come lupo dalle orecchie acute e dai muscoli possenti, come lupo che riconosce il suono della mia voce, che al suono della mia voce si acquieta, nella sua tonda scatola blu.