lunedì 1 dicembre 2014

Io non ho paura

Me lo chiedono l'abelia grondante, le galosce lucide e un grande ombrello nuovo: quando abbiamo iniziato a investire così tanto e così spesso nella messa in piega? A costruire le nostre case sulla sabbia e a comprare scarpe con la suola così scivolosa? Quando abbiamo iniziato a lasciare che i nostri fossi si ostruissero di scorie come vene di colesterolo? Esattamente, quando abbiamo iniziato ad avere paura della pioggia?


3 commenti:

  1. condivido l'impostazione che hai dato e il modo in cui l'hai detto: più della pioggia siamo cambiati noi, sia nella sua percezione che nel causarne noi stessi conseguenze devastanti con l'incuria.
    ml

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    1. è esattamente quello che penso, e in ogni caso mi piace ricordare che la pioggia c'era prima di noi e, con ogni probabilità, ci sarà dopo di noi.... ;-)

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  2. "Galosce"... un francesismo dal suono - esso stesso - gommoso, che risuona desueto eppure a me dolcemente familiare. "Hai messo le galosce?", mi chiedeva la nonna, mentre ricordava a nonno di portare con sé la mitica triade "chiavi, portafoglio e fazzoletto".
    Erano i tempi in cui la pioggia non faceva ancora paura...

    Ciao Prish, un abbraccio.
    Pim

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