mercoledì 23 settembre 2009

Pensando a chi soffia sulle candeline

Come se a 20 anni, coi muscoli fiammanti scalpitanti, coi pensieri frementi e vaghi e onnipotenti, con la vista acuta e la mano ferma e nessuna idea di cosa può trovarsi dietro la prima collina, come se a 20 anni, ad un certo punto, noi lanciassimo la nostra bianchissima pallina da golf, ferma sul tee, bella centrata sulla linea di partenza. Sciolto, potente, ignaro.


Come se gli anni a venire fossero poi un passo dopo l’altro dietro la traiettoria della pallina. E come se ogni tanto, in un giorno come potrebbe essere oggi, ci si ritrovasse con la sacca infangata e la fronte sudata, a fare il conto dell’handicap e delle buche, sapendo però che quello che davvero conta altro non è che questa straordinaria camminata nel verde, e il battito del cuore ogni volta che prepari il colpo, e questi esseri umani che trattengono il fiato per te e il tuo swing è il loro swing.


E l’augurio è che davanti a queste 50 candeline si possa ripensare a quel tee-shot ed essere grati.

4 commenti:

  1. Salve, Prishilla.


    Da Cipro, al seguito di Alexandra che mette in scena La Vita della Morte, ho letto il tuo pezzo con il mio solito senso di gratitudine di fronte alla cose buone e belle.


    Ho tradotto il gioco del golf nel gioco delle bocce (che conosco meglio, ho praticato e pratico - ultimamente con Luis Razeto e i sui figli in Cile), ed ho trattenuto il fiato cinquanta volte con te.


    Pasquale Misuraca

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  2. Che bella immagine: la vita come una partita di golf, un passo dopo l'altro, buca dopo buca. Magari, ecco, i colpi non sono sempre precisi, a volte si finisce nello stagno o tra i cespugli, però poterla giocare fino in fondo è un regalo grande.

    Buon week end, ciao.

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  3. Proprio così Pim!

    a presto, buona settimana

    Prish

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  4. Grazie Pasquale... allora: buone bocce e un saluto ad Alexandra!


    Prish

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