Come se a 20 anni, coi muscoli fiammanti scalpitanti, coi pensieri frementi e vaghi e onnipotenti, con la vista acuta e la mano ferma e nessuna idea di cosa può trovarsi dietro la prima collina, come se a 20 anni, ad un certo punto, noi lanciassimo la nostra bianchissima pallina da golf, ferma sul tee, bella centrata sulla linea di partenza. Sciolto, potente, ignaro.
Come se gli anni a venire fossero poi un passo dopo l’altro dietro la traiettoria della pallina. E come se ogni tanto, in un giorno come potrebbe essere oggi, ci si ritrovasse con la sacca infangata e la fronte sudata, a fare il conto dell’handicap e delle buche, sapendo però che quello che davvero conta altro non è che questa straordinaria camminata nel verde, e il battito del cuore ogni volta che prepari il colpo, e questi esseri umani che trattengono il fiato per te e il tuo swing è il loro swing.
E l’augurio è che davanti a queste 50 candeline si possa ripensare a quel tee-shot ed essere grati.
Salve, Prishilla.
RispondiEliminaDa Cipro, al seguito di Alexandra che mette in scena La Vita della Morte, ho letto il tuo pezzo con il mio solito senso di gratitudine di fronte alla cose buone e belle.
Ho tradotto il gioco del golf nel gioco delle bocce (che conosco meglio, ho praticato e pratico - ultimamente con Luis Razeto e i sui figli in Cile), ed ho trattenuto il fiato cinquanta volte con te.
Pasquale Misuraca
Che bella immagine: la vita come una partita di golf, un passo dopo l'altro, buca dopo buca. Magari, ecco, i colpi non sono sempre precisi, a volte si finisce nello stagno o tra i cespugli, però poterla giocare fino in fondo è un regalo grande.
RispondiEliminaBuon week end, ciao.
Proprio così Pim!
RispondiEliminaa presto, buona settimana
Prish
Grazie Pasquale... allora: buone bocce e un saluto ad Alexandra!
RispondiEliminaPrish