lunedì 12 gennaio 2009

Punto interrogativo

In questi primi giorni dell'anno sono molti gli eventi che mi inducono a disegnare e ridisegnare lo stesso punto interrogativo. Ho l'impressione che tutte le strade mi riportino sempre a questo stesso punto (interrogativo). Oppure, più probabilmente, la traccia che lascia il mio disegnarlo e ridisegnarlo si è fatta così spessa che tutto ciò che accade finisce per ricadervi dentro.


E quindi eccolo, nero su bianco: il mio primo punto di domanda del 2009.


E' possibile far convivere l'umiltà di mettersi sul piano dell'altro con la volontà di non rispondere alle sue provocazioni? Porgere l'altra guancia non finisce qualche volta con l'essere il vero schiaffo? Ho il sospetto che la mia dose di tolleranza altro non sia che un modo più elegante, o più codardo, di ostentare una banale forma di auspicata superiorità.

12 commenti:

  1. Prish rimango anche io con il punto interrogativo, penso non ci siano verità assoluto però al di là di questo fatico a andare.

    ciao

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  2. può darsi...d'altra parte sotto la reale o presunta superiorità potrebbe starci anche una sorta di difesa, invece. Della propria quiete, ad esempio.

    E' la storia del bilancino interno. Vai a capire quei piattini che casino fanno e come pesano...mah :))

    Anzi..: ?????

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  3. Acuta domanda! (col punto esclamativo, la forma superba dell'umile punto interrigativo)


    Vediamo un po' - mi metto nelle vesti del bambino studente, che adoro: esistono tre complessi:


    di superiorità


    di inferiorità


    di parità (non sentirsi secondi a nessuno)


    A seconda dei casi, li sperimento, con gioia, tutti e tre. Il segreto sta nella gioia.


    Oggi, per esempio, leggendoti, ho sperimentato il secondo.

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  4. * Ciao Pinky, grazie per essere venuta a farmi compagnia sotto a questo punto interrogativo!!



    *mmm Irene, quegli accidenti di piattini!! che dici, li infiliamo in lavastoviglie??



    *Grazie Margite (soprattutto della gioia...). Riguardo ai 3 complessi che citi ho la sensazione che spesso li sperimentiamo mescolati e ben shekerati, e magari ricoperti da un bello strato di candida (e insospettabile) panna montata... !

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  5. La tolleranza non dovrebbe essere espressione di superiorità ma un modalità di comportamento volutamente dissimile, opposta alla prevaricazione, e fondata sulla buona educazione. Però è possibile che induca un sentimento di orgoglio, perché ci si sente migliori dell'altro. E' una tentazione da rifuggire...


    Ciao Prish, buona serata.

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  6. Ci ho pensato un pò.

    C'è una contraddizione nell'interrogativo: "non rispondere alle provocazioni" è del tutto diverso che "mettersi sul piano dell'altro".

    E' appunto manifestare nel modo più perentorio l'appartenenza ad un piano superiore.

    Ma questo appunto non significa "ostentare superiorità". Se fosse ostentazione, allora sarebbe una tattica, ma sullo stesso piano della provocazione.

    Insomma "porgere l'altra guancia è il vero schiaffo", ma sono schiaffi che fanno bene. Il resto non ha importanza.

    ciao

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  7. Biz, ho riflettutto parecchio sulla tua considerazione. Mi sembra di capire che pensi ci sia una bella differenza fra il volersi mostrare superiori e l'essere superiori. E che a volte il fatto che qualcuno ci faccia sentire inferiori ci fa bene. In effetti le mie esperienze di "inferiorità", se ci penso, sono sempre state proficue. Viceversa ho qualche problema a fare amicizia con l'idea di stare dall'altra parte. Darò un'occhiata a chi invece ci sta benissimo, così mi sentirò un po' inferiore e imparerò qualcosa!!

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  8. Ciao Pim ... che fatica districarsi fra le tentazioni!!



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  9. Beh, naturalmente, nel momento in cui ti senti superiore, l'incantesimo svanisce :-)

    (ricordo un proverbio biblico citato da Padre Biz che diceva circa "hai mai conosciuto uno che pensa d'esser saggio? C'è da aspettarsi più da uno stolto che da lui")

    Infatti, semmai si sta in una condizione superiore, non si E' superiori.


    Per fare un paragone un po' scemo: se uno va veloce in una automobile, sarebbe stupido se pensasse che la velocità dipenda solo da lui, e che il pedone accanto sia costituzionalmente di velocità inferiore : e una amara disillusione lo aspetta quando finirà la benzina o l'auto si guasta e dovrà andare a piedi a cercare un benzinaio o un meccanico.



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  10. mmm qualcosa mi dice che padre Biz è più saggio di quanto lui stesso non creda.

    senti, conosci mica un buon noleggio auto? ;-)

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  11. non rispondere alle provocazioni frustra? quanto è giusto cercare di far collimare le mappe invece di sventolare la propria?


    non so


    è tutto un dipende


    dipende per esempio dal tasso affettivo presente, forse


    ecco, un bel commento deciso, come una spada...


    ciao Prish

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  12. Ciao Mont!

    commento pienamente in linea con il post direi, il che sta a significare che sai vestirti sempre perfettamente per ogni occasione :-)


    Nel merito, e tanto per continuare con la trafila dei punti interrogativi (devono essere almeno tre come quelli di sospensione?): secondo te il tasso d'affetto è direttamente proporzionale alla volontà di far collimare le mappe o alla libertà di sventolare la propria?


    Grazie e a presto,

    Prish

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