Le parole saltano come scimmie. A volte la gente parla e non dice nulla e dimostra quanto è a sua volta "scimmia". Per affondare le radici è necessario avere terreno fertile, alcuni ne sono dotati, altri no.
Quando è così (spesso purtroppo) allora marca proprio male...
O almeno... questa è la mia interpretazione per ciò che hai riportato.
L'ho letta diverse volte e non riuscivo a capirla, anche perchè ero di corsa.
allora ...
Metafora : come scimmie saltano di albero ...
oh, le radici sono dell'albero, ma cosè l'albero?
Siamo noi, forse: le nostre radici non comunicano per mancanza di intermediari (ma sono le parole le intermediarie? per proprietà transitiva la scimmia è una intermediaria ... forse è lì che la metafora si incaglia e non si risolve facilmente)
Se questa frase vuol dire questo, non sono d'accordo.
La frase cervellotica ben si sposa con il titolo; lo stordito rimescolamento di interpretazioni ben risponde al concetto. Evviva la coerenza...
La chiave per me è proprio nel come ci sentiamo, cioè:
Parole=scimmie
Cervelli (intesi come luoghi del pensare)=alberi
Emozioni, esperienze, culture..=radici
Per comunicare (rendere efficaci le parole) le radici devono possedere capacità di intermediazione; come? Per me con volontà e similitudine.
Mi sovviene un film, "L'età dell'innocenza", dove tra marito e moglie (Daniel Day Lewis e Winona Rider) mancavano le intermediarie sia come volontà (conformismo di lei) sia come similitudine (apertura a letture e esperienze nuove di lui). E' come dire che la terra dove affondano le radici non era la stessa o non era del tutto compatibile.
Giusto, la tormenta di interpretazioni conferma il titolo!
A parte questo il senso che do io è che è facile scambiarsi parole (come scimmie che saltellano di albero in albero) ad un livello superficiale, ma la comunicazione profonda, quella che implica condividere "le radici" è assai più rara e forse è un'utopia. Forse necessita di metafore, forse è sempre parziale. Forse necessita di altro genere di intermediazione: se le parole possono essere paragonate a scimmie, magari di un genere di intermediazione che può essere paragonato a ... talpe...?
Nel luogo oscuro saltano le mani, vale il tatto, non la vista.
RispondiEliminaSto imparando a scrivere su Splinder in forma nonima. Sono lento, ma perseverante. Sono piccolo, ma crescerò.
RispondiEliminaBuon Giorno, Annalisa.
Firmato: Pasquale
Ero io a commentare te e Musil, parlando di parole che saltano e mani che affondano, Annalisa.
RispondiEliminaSplinder mi fa andare ai pazzi, tanto è complicato.
Pasquale
Le parole saltano come scimmie. A volte la gente parla e non dice nulla e dimostra quanto è a sua volta "scimmia". Per affondare le radici è necessario avere terreno fertile, alcuni ne sono dotati, altri no.
RispondiEliminaQuando è così (spesso purtroppo) allora marca proprio male...
O almeno... questa è la mia interpretazione per ciò che hai riportato.
Rob
qualche scimmia ai piani bassi allora... son sempre all'attico, attirate dalle mance!
RispondiEliminaUna frase piuttosto difficile.
RispondiEliminaL'ho letta diverse volte e non riuscivo a capirla, anche perchè ero di corsa.
allora ...
Metafora : come scimmie saltano di albero ...
oh, le radici sono dell'albero, ma cosè l'albero?
Siamo noi, forse: le nostre radici non comunicano per mancanza di intermediari (ma sono le parole le intermediarie? per proprietà transitiva la scimmia è una intermediaria ... forse è lì che la metafora si incaglia e non si risolve facilmente)
Se questa frase vuol dire questo, non sono d'accordo.
ciao
Non funziona, la metafora.
RispondiEliminaSe le parole sono come le scimmie, noi non possiamo essere alberi.
Ma allora, che sono gli alberi e le radici?
No, non mi piace questa frase :-)
Biz Biz, tu pensi troppo ... magari non è che un test: tu come ti senti, più scimmia o più albero? ;))
RispondiEliminaPrish
Ragiono così: le parole preesistono a noi (come le idee), e sono più stabili di noi.
RispondiEliminaQuindi, sono le parole gli alberi, e noi le scimmie.
Si.
ciao
La frase cervellotica ben si sposa con il titolo; lo stordito rimescolamento di interpretazioni ben risponde al concetto. Evviva la coerenza...
RispondiEliminaLa chiave per me è proprio nel come ci sentiamo, cioè:
Parole=scimmie
Cervelli (intesi come luoghi del pensare)=alberi
Emozioni, esperienze, culture..=radici
Per comunicare (rendere efficaci le parole) le radici devono possedere capacità di intermediazione; come? Per me con volontà e similitudine.
Mi sovviene un film, "L'età dell'innocenza", dove tra marito e moglie (Daniel Day Lewis e Winona Rider) mancavano le intermediarie sia come volontà (conformismo di lei) sia come similitudine (apertura a letture e esperienze nuove di lui). E' come dire che la terra dove affondano le radici non era la stessa o non era del tutto compatibile.
Appunto: se si considera la soggettività individuale il cardine, il punto fermo, la incomunicabilità è lo sbocco necessario.
RispondiEliminaIl vero male della cultura contemporanea, il male radicale, nasce proprio da questo.
Nel porre a centro, cardine, ciò che invece è più labile, transeunte, inesistente: il soggetto individuale.
Noi non possiamo essere al di fuori del linguaggio.
Il presumere questa possibilità, porta necessariamente alla incapacità di comunicare.
E' un rovesciamento insomma: come possono essere radici le emozioni e le esperienze? Sono proprio ciò che va e viene.
RispondiEliminaAl massimo, sono foglie, se proprio dobbiamo pensare di essere alberi.
Giusto, la tormenta di interpretazioni conferma il titolo!
RispondiEliminaA parte questo il senso che do io è che è facile scambiarsi parole (come scimmie che saltellano di albero in albero) ad un livello superficiale, ma la comunicazione profonda, quella che implica condividere "le radici" è assai più rara e forse è un'utopia. Forse necessita di metafore, forse è sempre parziale. Forse necessita di altro genere di intermediazione: se le parole possono essere paragonate a scimmie, magari di un genere di intermediazione che può essere paragonato a ... talpe...?
Prish