giovedì 16 ottobre 2014

Pozzanghere

Attraverso questo mare di foglie cadute -angeli forse, fangosi e umidi, inequivocabilmente perduti - e ho le orecchie dritte e la coda fremente. Entro nelle pozzanghere, ricordi che si allargano, contagiosi e fondi. Negli stivali di gomma ho infilate zampe impavide e fedeli. 
La forza del torrente mi ha riportato in un mondo dove non squilla mai il telefono. Ho abbaiato, per un po'. Ho corso avanti e indietro, dalla porta alla finestra, e poi lungo le strade di casa. Ora sono qui, a rovistare nelle parole, cerco i tesori che ho custodito, le parole che ho messo da parte, quando ne avevo tante da rosicchiare, e la pancia piena. Sentirò i tuoi passi, e avrò qualcosa per te. 

(Lunedì, 13 ottobre 2014)

4 commenti:

  1. questo è un brano tenero e coraggioso. Per me sei tu quel cane in una specie di mutazione involontaria forse determinata dai cataclismi climatici che comunque ti hanno lasciato intatta l'anima.
    ml

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    1. sì, sono io. proprio, proprio io.
      grazie, a presto
      prish

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  2. Leggo un fremito nelle tue parole, un'impazienza che è pulsione, desiderio...

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    1. chissà Pim, forse un'allerta, un profumo nell'aria.. :-)

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