venerdì 30 agosto 2013

Le mie Odle

Ci sono luoghi talmente affollati di ricordi che pensi non ci sia posto per altro. Menochemai per questo passo greve, per questa fatica contratta, impaziente, graffiata.
 
E gli scarponi sono lì, zitti.
 
E tu fai finta di non guardarli.
 
Ma lo zaino lo riempi, e pure la borraccia. E il Sella ti stende davanti un cielo che sfido chiunque.
 
Allora tu prendi tutte quelle mani, quelle che ti afferrano lo zaino senza sentire ragioni, quelle che ti mettono in mano il biglietto dell’ovovia, quelle che sono già pronte a massaggiarti prima ancora che tu ti metta in cammino e poi quelle che ti accarezzano la testa dalle nuvole e quelle minuscole che ti fanno un mezzo ciao ammiccante e appiccicaticcio dietro la balaustra di un passeggino e quelle che hanno disegnato case mucche ed elicotteri proprio per te. E anche quelle che ti hanno piegato a forza quello che di piegarsi non voleva saperne, sì. E quelle che sbucano da ogni panchina di questa valle, con te coi codini che stampi baci sulle gote, ovvio. Ok, prendi tutte queste mani a mucchio e le lanci verso il cielo. E vai.
 
Non resta che lasciarsi alle spalle la folla dei gitanti all’arrivo della cabinovia sfoderando quello sguardo che avevi conservato nel cassetto per chissaquale nostalgia. Che poi non c’è da andarne fieri, lo sai, arrogante che non sei altro, ma è più forte di te. Quel modo di farsi largo un po’ sprezzante di chi pensa che se la salita non la senti nelle gambe il panorama non sa di niente. Come il quadretto di cioccolato se non hai sudato, peraltro.
 
E poi arrivi sotto l’ala delle Odle, insieme allo stormo dei gracchi. E hai sudato abbastanza per scartare il cioccolato. E quando gli occhi si riempiono di quello che vedi da lì, con la salita nelle gambe, allora capisci che c’è ancora posto, c’è posto per questo e per altro. Quindi, quando Lui ti chiede, dolcemente, vuoi una foto, tu rispondi sì. E non c’è nessun bisogno che Lui ti dica sorridi.

6 commenti:

  1. Conosco quell'ebbrezza lieve che danno le Dolomiti. Ritorno alle mie arrampicate giovanili su al Santner, le gambe leggere e la testa anche... Hai ragione, non c'era bisogno di mettersi in posa davanti all'obiettivo della macchina fotografica.

    Brava Prish! :-)
    Pim

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    Risposte
    1. vale la pena tornare giovani - no! cosa dico?! 'restare' giovani - vero Pim?! ;-)

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  2. Il sorriso più bello del mondo, quello che ti si dipinge in faccia al volo, d'incanto!

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