lunedì 6 maggio 2013

Caccia

Sapevo che c’era. Schiacciata sul fondo, mimetizzata nella sabbia. Ho nuotato piano piano tutt’intorno cercando di distinguere gli occhi, come mi hai insegnato tu. Le gambe lente e il sole sulla schiena, finchè l’ho vista guizzare – sapevo che c’era. Ha alzato uno spruzzo di sabbia leggero come un velo di malinconia e si è riconficcata sotto. Sono rimasta immobile, senza opporre resistenza alla corrente, senza perdere di vista i suoi occhi. Un bastoncino, una foglia. Il tempo. Ho aspettato che la sabbia tornasse a posarsi, poi ho spinto l’aria in fondo ai polmoni e mi sono immersa fino a sentire i granelli sulla pancia. Ho mosso appena l’acqua intorno, con le mani aperte, e subito si è sollevata svolazzante, ha preso il largo, la tua allegria. Allora ho preso fiato e le sono andata dietro.

6 commenti:

  1. Bella l'immagine dell'allegria mimetizzata sul fondale, stanarla in una caccia incruenta per poi inseguirla. Una specie di snorkeling nel mar rosso della nostra anima.

    Pim

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  2. Grazie! ...anche il mediterraneo è pieno di sogliole.... ;-))

    buona giornata
    prish

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  3. Ma pensavo fosse una testuggine (in effetti era più plausibile sogliola o "pettine" (il rombo ...)

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    1. Ciao Guido, adesso che mi ci fai pensare sì, avrebbe dovuto potuto essere anche un rombo! (non sapevo si chiamasse anche 'pettine'). Invece la testuggine... no dai... ok miope, ma per non vedere una testuggine....:-)

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