lunedì 2 luglio 2012

A me non piace il calcio

Si lo so che non mi piace il calcio. Nè il pullmann dei tifosi, nè gli stipendi dei calciatori e gli annessi e connessi, e neppure le venticinque pagine sui quotidiani del lunedì.

Però certe sere d'estate ci sono le seggiole di plastica sul prato davanti al gioco bimbi del mio palazzo e la tv grande che quello del pianterreno ha collegato, e c'è un bambino biondo che chiede 'papi ma stasera ci sono i fratelli d'Italia?'. E poi quel silenzio nelle strade, ad una cert'ora, e quel disappunto che esce d'improvviso da tutte le finestre dopo quel fiato sospeso collettivo, che pareva che perfino i lampioni del vialetto perdessero un colpo, ecco si, insomma, non che mi piaccia ammetterlo, ma certe sere d'estate me lo dimentico, che a me non piace il calcio.

2 commenti:

  1. Coloro che pensano che il calcio sia solo un gioco vedono solo un aspetto, talvolta, paradossalmente, neanche il principale. Il calcio è un fenomeno multidimensionale, racchiude sensazioni, pensieri, immagini, ricordi, individuali e collettivi. E' anche un rito, come lo descrivi tu, con tanto di officianti (in mutande e scarpe coi tacchetti) e fedeli (mezza popolazione italiana, in certi casi). Un rito che unisce (tifosi e avversari) e rassicura (anche in caso di sconfitta).

    Ciao Prish, buona giornata.
    Pim

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    1. Giusto Pim: un rito. Questo, effettivamente, spiega tutto! (e mi rassicura anche sul fatto che non sono poi necessariamente schizofrenica :-)

      a presto, buona serata
      Prish

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