sabato 21 luglio 2012

Il Gambero


- Ah ecco, vi consiglio questo: si chiama Il Gambero, è un ottimo ristorante di pesce, a venti minuti da qui, sulle colline – e aggiunge -  a me piace tantissimo, ci vado spesso. Se volete posso prenotare per voi –
La receptionist ha già in mano la cornetta e sorride, di quel sorriso bianco che solo le donne molto brune possono sfoggiare. Ha una grazia particolare, una specie di riuscita miscellanea fra la professionalità richiesta dal Grand Hotel, l’efficienza leggera tipica della Romagna  e il calore partenopeo da cui proviene – sempre che il nome sul cartellino non tradisca. Perché a volte, i nomi, son traditori.
Accettiamo, ringraziamo e partiamo. La strada si fa presto stretta e ripida, la collina è verde e il tramonto dolce. La giornata è stata lunga, calda e avara di vettovaglie; lasciamo che l’aria fresca riempia l’auto e chiacchieriamo leggeri e allegri, pregustando il pesce e i suoi sapori.
-       Ecco la freccia, prendi a destra –
-       Dove?-
-       Lì, non vedi? Il Gambero, Specialità Chianina –
-       Chianina? Ma non si mangia pesce? –
-       Boh, faranno tutt’e due –
Tavoli affacciati sul panorama, apparecchiati con semplicità e colore. Veniamo accolti, accompagnati, serviti di un cestino di vari tipi di pane e stuzzichini fragranti ed infine dotati di menù. Chianina, quasi dappertutto. Poi paste fresche, sformatini, formaggi e verdure di ogni tipo. Perfino il gaspacho.  Di pesce neanche l’ombra.

Sazi e appagati di carne come due felini, un paio di ore più tardi ci accingiamo a saldare un onesto conto. Alla cassa, il proprietario e chef, con grembiulone e gran sorriso romagnolo, ci chiede, gentile: 

-      Tutto a posto? siete stati bene? -
-     Benissimo, ma siamo rimasti un po’ stupiti perché ci avevano detto che la vostra specialità era il pesce -
-     Pesce?? Che strano, mai cucinato pesce…. -
-     Ma scusi mi tolga una curiosità, come mai allora il ristorante si chiama Il Gambero? -
-     Eh, perché io mi chiamo Gamberini, ma è dalle elementari che mi chiamano il Gambero-

Ecco, appunto: i nomi, a volte, son traditori. E per fortuna che questo Gambero non si è fatto condizionare: magari, fosse stato un po’ più influenzabile, avrebbe cucinato crostacei mediocri per tutta la vita, ed invece se ne è fregato, del destino nascosto nel suo nome, e ci ha reso felici con la Chianina che, a quanto pare, è la sua passione. Bravo Gambero!

4 commenti:

  1. Una storia di sapori lievi e dal profumo gradevole, come certe sere d'estate...

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    1. contenta di averli resi, c'erano proprio!
      grazie Pim, a presto

      Prish

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  2. Sentirsele le scarpe che s'indossano. Altrimenti è uno spreco.

    .G

    PS: si sentono i grilli :)

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    1. ..che col male ai piedi, non può riuscir bene proprio niente, ma niente di niente!!!

      :-)

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