L’ozio si spande, vischioso e dolce, ed io mi adagio nella culla del padre dei vizi, mentre la brina invecchia i prati e l’acqua si quieta in spicchi di ghiaccio.
Lievita la fiducia, nel calore e nella quiete, e si rimarginano i pensieri feriti, i progetti contusi.
Raccolgo con le dita le briciole di queste feste: voglio che il sapore dell’ozio mi rimanga a lungo in bocca, voglio che nulla ne vada sprecato.