sabato 14 agosto 2010

Pensiero per uno, dieci, cento amici

Dedicato a tutte le donne, e agli uomini, che sono andati a dormire una sera con tutte le linee di confine in ordine e colorate bandiere che distinguevano il giusto dallo sbagliato e probi doganieri a custodire le frontiere fra ciò che voglio e ciò che non voglio, fra ciò che voglio essere e ciò che non voglio essere. Dedicato a coloro che si sono svegliati una mattina e hanno trovato i confini spezzati e i doganieri alticci e scarmigliati impegnati in un torneo di calcetto saponato, e le bandiere stracciate in tante striscioline da un gran vento, improvvisamente aggrovigliate come matasse di stelle filanti di ogni colore. Inutili.


Dedicato agli uomini e alle donne che ad un certo punto della loro vita hanno desiderato andare a vedere quello che avrebbero potuto essere e che davanti alla bacchetta della fata smemorina hanno esitato, perchè la formula magica parlava chiaro: se vuoi diventare quello che avresti potuto essere non puoi portare con te quello che sei. Non ci sono scappatoie, per quanto tu possa lambiccarti. Così le bandiere si aggrovigliano lacere e il vento non la smette di soffiare e gli amici vorrebbero essere stelle polari ma possono essere solo fiammelle di candela, buone soltanto per dar conforto allo sgomento e, al massimo, per vedere un po' meglio dove stai mettendo i piedi.

4 commenti:

  1. Questa dedica mi appartiene molto, la sento proprio calzata e vestita a pennello, come se fosse stata cucita su misura...

    Si chiama appropriazione indebita, lo so... [IMMAGINE]

    Buon ferragosto, cara Prishilla.
    Un abbraccio.
    Pim

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  2. questa "appropriazione indebita" è per me un vero onore ;-)

    di nuovo buon ferragosto (ma quanto piove??) e un brindisi alla sincronicità (qualunque origine abbia!!)

    Prish 

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  3. Di fronte a questo bel pensiero, sia nella forma, sia nella sostanza (ciò l'essere vicino a chi si trova in una di queste mattine), sarà ma non mi sento chiamata in causa (e forse così me la tiro addosso); perchè ci credo sempre un sacco e penso che alla fine questo sia l'ingrediente fondamentale. E in ogni caso c'è sempre qualcosa di sbagliato vicino a qualcosa di giusto, che è comunque relativo.
    D'altronde "Si invecchia come si è vissuti"

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  4. Grazie (anche per la citazione!). Credici sempre un sacco.

    Prish

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