Ha il viso soffuso da capelli bianchi e fieri, ordinati e lucidi come la sua cucina. Ha nei tratti, e nel portamento, una bellezza che non ne vuole sapere di cedere il passo all'artrosi, così come l'allegria che le percorre gli occhi e la bocca, in un domino di piccole rughe, tiene testa, nonostante tutto, alla malinconia.
Pela le patate e le rivolta nella padella di olio bollente con la sicurezza di chi ha mietuto svariati successi e l'attenzione di chi sa che quei successi altro non sono che la disciplinata conseguenza della massima cura. Nonostante tutto, però, spia le reazioni della lunga tavolata trattenendo il fiato, e il gesto della testa con cui accoglie i complimenti lascia intravedere il ricordo di un salto in alto ben riuscito, tanto tempo fa, e degli applausi, forse, degli spettatori con le camice nere.
Nel suo modo di piacere e di conquistare c'è un arte coltivata con passione, la stessa con cui cura il suo orto e le sue rose, ed è per mantenerla allenata che si attarda a conversare coi medici, coi negozianti e con qualsiasi operaio le capiti a tiro, anche se ha troppa classe per ammetterlo. Fatto sta che è l'unica persona di cui si abbia notizia ad ottenere solerti e cortesi risposte dagli operatori dei call center della compagnia telefonica e si mormora di agenti immobiliari che la cercano con regolarità, pur sapendo benissimo che la sua casa non è in vendita, così, solo per fare due chiacchiere. La mia opinione è che stiano cercando di farsi invitare per la prossima padellata di patate fritte.
In questo ritratto emerge il piacere concreto, fisico, del cucinare, che appartiene ancora (per fortuna) a molte donne (e uomini): il piacere cioè di creare pietanze con le proprie mani, a partire da ingredienti naturali, freschi, magari appena raccolti dall'orto. Che è uno stile di vita, un modo d'essere, di relazionarsi.
RispondiElimina(Mi hai fatto venire appetito...)
Buona giornata, Prish.
Che belle le patate fritte fresche, magari usando lo strutto; è uno dei ricordi più vividi che ho di entrambe le mie nonne. Una tagliava a spicchi e l'altra a fisarmonica.
RispondiEliminaCosì buone non le ho più mangiate.
eh sì, le patate fritte... le verdure dell'orto.... ahhh...
RispondiEliminaA quando il numero 2?
RispondiEliminanext week... ;-)
RispondiElimina