sabato 3 ottobre 2009

Come se fosse un bigliettino passato sotto il banco

“Sono venuto a casa tua ogni giorno negli ultimi sei giorni. Non so perché ma avevo bisogno di rivederti”. Lei taceva (..) e scoppiò a ridere, a ridere più forte di quanto avessi mai sentito ridere qualcuno, e la risata portò alle lacrime e le lacrime portarono altre lacrime e poi cominciai a ridere io, di vergogna, la più profonda e completa, “Venivo a cercarti” ripetei, come a strusciare il naso nella mia stessa merda “perché volevo rivederti” e lei rideva, rideva, “Questo spiega perché….” Mi disse quando le riuscì di parlare. “Il perché di cosa?” “Spiega perché in questi giorni non eri mai a casa tua”. Smettemmo di ridere, io accesi il mondo dentro di me, lo riordinai e lo rimandai fuori in forma di domanda: “Ti piaccio?”. (J.S. Foer)


Questo spiega perché tante volte non riesco ad accenderti gli occhi, e veniamo a cercarci e non ci troviamo. Dovrebbero insegnarcelo, a scuola, che qualche volta lasciarsi amare è amare e che qualche volta voler amare è un modo molto sottile per non lasciarsi amare. Starò a casa più spesso, d’ora in poi: quando verrai, con la tua felicità per me, mi troverai. E non cercherò subito il modo per ricambiare.

12 commenti:

  1. "... lasciarsi amare è amare e che qualche volta voler amare è un modo molto sottile per non lasciarsi amare". Un'osservazione molto sottile ma straordinariamente centrata.


    Buon fine settimana, Prish.

    Pim

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  2. Grazie per questo post Prishilla. L'ho linkato sul mio blog. Ciao

    Trillii

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  3. Grazie Pim, grazie Trilli!


    Trilli, non riesco ad aprire il tuo blog.... puoi aiutarmi?


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  4. Ciao Prishi, eccoti il link :)

    www.meravigliosamente.blog.kataweb.it

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  5. Questo è uno di quei tuoi scritti che ho bisogno di leggere almeno 4 volte.

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  6. avevo un prof che mi diceva sempre che quando quello che scrivo risulta poco chiaro è perchè non sono certa di volerlo scrivere.. ahi ahi....


    ciao Biz, buona giornata e grazie per la pazienza!

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  7. accendere il mondo dentro di sé


    scriverselo sulla mano


    (oggi devo digitare jjj, dunque il server non mi sta mandando nessun messaggio; lo dico per correttezza, che non sembri sempre cercare nell'informatica il destino

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  8. Sì, lasciarsi cercare. Pasolini in un suo documentario preparatorio del 'Vangelo secondo Matteo' dice (fuori campo) che il momento più alto della vita di Gesù è quello in cui "ci lascia, soli, a cercarlo".


    Pasquale Misuraca

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  9. Ciao Mont, ... che jjj stia per JJJonathan S. Foer? Affinità elettive?


    Ciao, buona giornata

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  10. Fa molto pensare questo pensiero, Pasquale. La grandezza di affidarsi. Il mistero della grandezza di affidarsi.


    Ciao e grazie, Prish

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  11. No, ma non volevo dire che non è chiaro. Volevo dire che diventa chiaro - almeno a me - solo dopo qualche lettura. Con te mi capita più spesso che con altri.

    Chiara no la differenza?

    Scrivere poco chiaro significa che oltre lo scritto c'è la nebbia.

    Invece nel tuo caso la nebbia è quella che si frappone fra me e quello che scrivi.

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  12. Chiarissimo, anche perchè prima che fosse chiaro ho dovuto rileggere il tuo commento :-)

    Non solo è chiaro ma questa cosa di dove si colloca la nebbia mi ha aperto una finestra molto interessante. Penso a quelli che la nebbia la mettono apposta, mi chiedo se sono consapevoli anche di dove la mettono.... insomma, grazie Biz!

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