venerdì 11 settembre 2009

Family Tales

E’ biondo questo terrore stretto fra braccia scure. Ha gli occhi celesti e limpidi di un destino senza requie, circondato di vocianti, reclamanti, inequivocabili fratellini bruni. 


E’ rotondo, angusto e senza appigli questo pozzo di cui non si vede il fondo, come il mormorio dei vicini che si affaccia e piove dalle porte accostate di questa tribù di ringhiera.


Il mormorio che si fa strada, senza tregua e senza riposo, risacca che diventa fragore, onda erosiva che allarga le crepe di un desiderio mai confessato, soffocato, schiacciato, il peccato.


E’ biondo questo bambino che porta alla luce il peccato mai consumato e compie la folle punizione di un ventre che svergogna il pensiero.


E’ rotonda e senza appigli la colpa dipinta dal coro sul volto di nonna, così chiara e celeste che le lunghe ciglia scure non poterono adombrarla neppure il tempo di prendere un respiro, così angusta che neppure il battito d’ali di un dubbio trovò mai lo spazio per dispiegarsi.


Il silenzio seguì al salto, ma ancora oggi qualcuno mormora che nel fondo del pozzo possa vedersi, certe notti, un piccolo volto biondo, stretto fra braccia scure. Il terrore.

4 commenti:

  1. C'è sempre qualcosa di inquietante nei racconti familiari; come se l'orrore si celasse continuamente dietro visi apparentemente rubicondi e lieti. "La famiglia è un'arma: puntala nella direzione sbagliata e ucciderai qualcuno".


    Ciao Prish, buona giornata.

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  2. No, no, io scappo. Questo fa veramente paura...

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  3. brr...il terrore. Prish, raggela un pò. Ma è proprio l'inquieto e ambiguo amore/orrore degli intrecci familiari...

    :)

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