Quando le parole non vogliono saperne di stare in fila, e ti sembrerebbe talmente più semplice prendere un pennello e lasciar giù i pensieri sotto forma di colore. Non sapresti neppure tenerlo in mano un pennello, ma quanto ti sembra liberatorio pensare ai pensieri che colano colore sul muro, sgocciolano sul pavimento e sui vestiti.
Una lunga pennellata gialla e poi blu, rotondo, come fosse un sole. Sbuffi arancioni placati a tratti da gocce di un blu pervinca. Lingue rosse a lambire un groviglio di verdi che fuggono e inciampano, poi dal basso sale piano una melodia di grigi e piccoli passi celesti prendono il largo.
Quanto sembra nera e piccola, e inadeguata, certi giorni, la punta della penna.
Le parole a volte sembrano inadeguate, a volte fanno male, tanto riescono a colpire il bersaglio.
RispondiEliminaSono una cosa talmente strana e potente (danno ordine e senso) che a volte ci si chiede da dove arrivino, che rapporto abbiano con la realtà, con la realtà materiale.
Ho scritto un post su questo:
http://occhiodirovereto.splinder.com/post/20748103/Di+parola+in+parola
Un saluto cordiale
Però tu hai dipinto con le parole
RispondiElimina... ma non mi sono sporcata la maglietta... provo coi pennarelli carioca?? ;-)
RispondiEliminaciao biz, buona giornata
Capisco. A volte la pagina bianca ci sfida come un toro nell’arena:
RispondiEliminaAndrebbe affrontata e presa per le corna, infilzata con le parole come banderillas nella cervicale. E invece rimane lì, intonsa, e se la ride...
Ciao Prish, buona giornata.
Pim
Esatto! banderillas nella cervicale!
RispondiElimina"Però tu hai dipinto con le parole"
RispondiEliminaHa ragione Aragonbiz.
grazie! prish
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