martedì 26 maggio 2009

Bastava un giorno, e forse non lo sapevo

Avevo bisogno di un giorno per mettere in fila le mie magliette, per togliere la fodera al lettino per il sole, per impilare le ciotole del gelato, per far girare gli alluci. Avevo bisogno di un giorno per trasformare il fastidio del caldo sotto i vestiti nella mia piccola sciocca danza di benvenuto all'estate.

4 commenti:

  1. Sì, Prishilla, darsi tempo, prendere tempo, aspettare il tempo, senza perdere tempo, senza usare il tempo, senza ammazzare il tempo.


    Anni fa sono stato amico di Vittorio Hösle filosofo italiano e tedesco, il quale amava ripetere che, in Germania il giorno è di 24 ore, e poi c'è la notte. Ecco, Vittorio, usava il tempo.

    RispondiElimina
  2. Il vero casino è quando si riallineano i cappotti e i giacconi. (magari con le tarme :-)

    RispondiElimina
  3. .... accarezzare il tempo.... ! grazie, Margite



    Biz, ma sai che mi da gusto anche inagurare la stagione invernale. certo, non tanto quanto quella estiva, e soprattutto non dopo la visita delle tarme, ma in un certo senso ... la lana, la prima tazza di tè caldo... uff, basta così che sento già caldo!

    RispondiElimina
  4. Mi fai venire in mente che anch'io devo togliere di mezzo maglioni e giacche, fare spazio a t-shirt e bermuda. Benvenuta estate, davvero...

    Ciao Prish, buon fine settimana.

    Pim

    RispondiElimina