Il capitolo cinque è liscio, luminoso e frusciante come la seta dell’abito dei suoi sogni. Ha i colori pastello di una bella boutique e il silenzio rotto solo da tacchi che si affrettano ad esaudire desideri .
Nel capitolo cinque Lei alza le mani e si arrende, travolta dall’evidenza del futile pervasivo piacere di guardarsi riflessa in alcune paia di occhi e vedersi Bella, piegata dalla potenza di fuoco della danza di un orlo perfetto intorno alle sue gambe, definitivamente vinta dal lucido subdolo potere dello Specchio. Nel capitolo cinque Lei, ad un certo punto, dirà: lo voglio.
stavo pensando a questo modo di raccontare non raccontando; è come ricevere alcuni pezzi d'un puzzle e sorridendo piano costruire tutto il resto intorno; che poi magari se vedessi il puzzle tutto intero, quello originale, sarebbe tutto diverso; ma non sarebbe quella la cosa importante.
RispondiEliminao no?
Mont
(oggi devo digitare dus; che io interpreto alla piemontese, e allora significa dolce; vosì vado a prendermi un caffé, che col dolce si accompagna bene)
mi sembra che ora la questione sia: lui chi è?
RispondiEliminaArrendersi con un sorriso e poi dire di sì... che bella immagine, piena di vita e primavera, mi piace molto...
RispondiEliminaBuon fine settimana, Prish.
Pim
Salve, Prishilla
RispondiEliminaMi viene in mente, grazie a te, una versione benevola e leggera di questa donna che 'alza le mani'... a levarsi gli occhiali e sciogliersi i capelli:
Il film è forse 'Il Grande Sonno', comunque c'è Bogart che entra in una libreria, parla con la commessa, la guarda, lei lo guarda, lui si gira guarda fuori si rigira e... lei si è tolta gli occhiali e si è sciolta i capelli.
Ciao Mont, detto così mi fa venire una gran voglia di vedere i vari puzzle ricostruiti! Comunque in "questo modo di raccontare" non c'è una vera intenzione, ma c'è senz'altro il desiderio di restituire la sensazione che le storie non sono sempre fatte di un filo continuo, consequenziale, con un prima e un dopo e un perchè che si dipanano alla luce del sole, ma a volte non sono che immagini vivide (magari pescate a caso da un mazzo di carte come nei giochi dei bambini) che colleghiamo in modo del tutto personale e variabile nel tempo, e allora le storie affiorano, cambiano, si incrociano, secondo mille prospettive possibili.
RispondiEliminaBuona settimana, e un saluto anche al tuo amico antispamming (!)
Pinky ciao. Lui è ...... un bellissimo vestito di seta!! ;-)
RispondiEliminaCiao buona giornata, Prish
Grazie Pim, grazie Margite
RispondiEliminaa voi buona settimana... e che sia ricca di immagini primaverili, benevole e leggere!
Prish
I tacchi che si affrettano ad esaudire desideri e la danza di un orlo perfetto intorno alle sue gambe sono capolavori del gioco di fantasia e parole....già questo basta a sognare un pò!
RispondiEliminaCiao Prish...
Irene
Lo voglio....
RispondiEliminaIntrinsecamente ed esplicitamente...
Molto musicale, dona la voglia di sentirsi belle quasi come fosse un giusto dono verso noi stessi.
Ciao Irene, ciao Anonimo.. ebbene sì, qualche volta lasciarsi andare senza ritegno ad un pizzico di sogno è un regalo che vale la pena farsi.
RispondiEliminaA presto, ciao
Leggendo il capitolo cinque, non riesco a pensare ad altro che: tutto questo è molto femminile.
RispondiEliminaDifficile pensare un uomo che si comporti come Lei; persino che riesca a pensare questo, per poi scrivere capitolocinque.
Bè Lei è Lei, in effetti. Però mi fai venire la tentazione di tentare (!) un analogo capitolocinque versione maschile....
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