venerdì 31 ottobre 2008

Casa mia

Non c’è niente come pulire una casa per sentirla tua.


 


Forse non è vero che abbiamo cura delle cose perché sono nostre, forse facciamo nostre le cose perché ne abbiamo cura.


 


Forse se ci mettessimo in ginocchio a pulire con un setaccio i fiumi e i mari o se salissimo su una scala con vetril e carta di giornale per tirare a lucido i nostri cieli, proprio come ho fatto io con le mie finestre e col mio nuovissimo pavimento color sabbia, ecco dico, se potessimo rimanere lì, dentro ad una vecchia tuta, a sudare un po’ e ogni tanto guardarci intorno, tanto per raddrizzare qualche minuto la schiena e ravviarci i capelli, per tirare un secondo il fiato ecco, forse potrebbe accadere che ci nasca la gratitudine per questa casa che abbiamo e la voglia di renderla bella e colorata, e un po’ di fastidio per quelli che sbriciolano in giro e portano dentro tutto il fango senza curarsi di adoperare lo zerbino, e magari potrebbe accadere anche che ci prenda il gusto di starci dentro a questa casa, la sera e la domenica, senza far niente di speciale, solo per godercela un po’.

9 commenti:

  1. Che dici... se mettessi all'opera tutti gli avventori del bar riuscirei a tenerlo lindo come mi piace?!?!?!

    :))

    Un bacione, Prish

    Irene

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  2. Bella idea Irene! ... il problema sarebbe far loro poi pagare la consumazione, ma ci si potrebbe lavorare su!

    Buona settimana! Prish

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  3. bellissimo et profondissimo concetto


    dovremmo davvero sentire il mondo come casa nostra, un sacco di cose andrebbero meglio

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  4. grazie mont.


    da un lato è proprio così, dall'altro forse sentire il mondo come casa nostra in qualche circostanza potrebbe anche farci sentire un po' sopraffatti, tipo quando nel secchiaio si accumulano più piatti di quanti potresti mai lavarne in una vita ....!


    a presto, buona serata

    prish


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  5. Bello, si bel concetto e come al solito scritto in quel tuo modo.

    Però c'è una controindicazione: può diventare una ossessione pericolosa, se diventa quasi come "salvare il mondo".

    Curiosamente, "mondo" vuol dire anche "pulito". Sicchè, a "pulire il mondo", si potrebbe anche, paradossalmente, sporcare.

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  6. Prish: vero, forse troppi piatti. Meglio troppi che non "lavarne" nessuno?


    Biz: come sopra; è vero che i fondamentalismi alla "salviamo il mondo" sono apocalittici e spesso velleitari. Esisterà però una terza via? Dedicare un po' di tempo a pensare che non sprecare anche solo 5 minuti di corrente elettrica è cosa buona indipendentemente?

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  7. Biz, Mont, credo che sia la consapevolezza che è meglio lavare due piatti che nessuno che ci può salvare tanto dall'ossessione quanto dal disimpegno. Purchè quello che si fa sia fatto con il gusto di farlo e non come gesto autopunitivo nè autoglorificante. E può essere che qui stia il difficile.....

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  8. "... e magari potrebbe accadere anche che ci prenda il gusto di starci dentro a questa casa, la sera e la domenica, senza far niente di speciale, solo per godercela un po’".

    Il che non è mica male. Anzi. Godersi la pace della propria casa è una delle cose belle della vita.

    Ciao Prish.

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