domenica 21 settembre 2008

Non solo Alitalia

Quando le cose appaiono completamente prive di senso e di ragione è assai probabile che una ragione ci sia, ovvero che manchi ai nostri sensi un pezzo (o più pezzi) del puzzle. Ora, giunta a questa certezza, mi rimangono giusto due domande: chi ha sottratto i pezzi mancanti? e, sopratttutto, nelle tasche di chi li ha infilati?

18 commenti:

  1. Eh eh Prish...giusto due domande due...:))

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  2. Salve, Prishilla.


    Penso che le cose non abbiano di per sé un senso - che si tratta dunque di scoprire, bensì che siamo noi a dover dare un senso alle cose costruendolo. Penso insomma che non ci sia un senso 'naturale' ma un senso 'culturale' delle cose del mondo.


    Per questa ragione ritengo che la migliore definizione di 'cultura' sia quella di Max Weber: "Cultura è una sezione finita dell'infinità priva di senso del divenire del mondo."


    Fulmini

    www.fulminiesaette.it





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  3. A questo proposito, ti consiglio la visione di "Burn after reading" dei fratelli Coen. Racconta di gente stupida che fa cose stupide senza rendersi assolutamente conto delle conseguenze, che saranno fatali.

    Ciao Prish, buon inizio settimana.

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  4. Chi era già che diceva:


    "Siamo nel pieno marasma!!!"

    ?

    Ah ... Fantozzi ...

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  5. * Ciao Irene.... bè, volendo si potrebbe continuare! ;-)


    *Fulmini, in certe vicende i casi sono due: o il senso "culturale" nasce da una sezione del divenire del mondo talmente ampia da sfuggire al mio campo percettivo oppure esso nasce da una sezione del divenire del mondo talmente ristretta che necessita di raffinati strumenti di precisione (che a quanto pare io non ho) per essere colta. Grazie dello spunto!


    Prish

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  6. * Ciao Pim, grazie del consiglio figurati che ero un po' scettica, ma se mi dici che può essere interessante andrò senz'altro a vederlo.



    *Fantozzi, quello vero. Lui sì che lo capiva il mondo... ;-)))

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  7. Prishilla,


    continuando a trattare metaforicamente il grande argomento che hai proposto, direi che sezionare finitamente con la consapevolezza della infinità insensata del tutto non garantisce niente a nessuno - a priori, "a prescindere" direbbe Totò.


    L'atto ha successo - secondo me - quando è costruttivo, creativo.


    Perciò nessuna tradizione può salvarci, ma solo la costruzione, la creazione - di opere, rapporti, gesti.


    Augh.


    Fulmini

    www.fulminiesaette.it

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  8. D'accordo sul tema della creatività dell'atto: anche se a volte, molto pragmaticamente, attraverso la "creazione" di un senso altro non facciamo che negare il fatto che semplicemente "non sappiamo".



    Ed in secondo luogo (!): perchè l'infinità del tutto è "insensata"?


    Ciao! Prish

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  9. Prishilla,



    (per spiegarmi meglio e rispondere alla tua domanda) riporto la definizione completa weberiana del concetto di cultura: "una sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo".


    Ecco, secondo me - sulla scia di Weber - l'infinità del tutto acquista senso soltanto dal punto di vista dell'essere umano.


    Penso cioè, con Protagora, che "L'essere umano è la misura di tutte le cose."


    Tu conosci forse un'altro misuratore e significatore del mondo?


    Buona serata, amica mia. E tieni conto che non ho risposte risolutive a problemi come questo. Ci rifletto sopra, con l'aiuto di altri, te compresa, e metto a disposizione e in discussione quello che ne ho ricavato.


    Fulmini

    www.fulminiesaette.it


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  10. Eh eh, mio caro Fulmini "conosci forse un altro misuratore del mondo"? tu mi chiedi, ed io, sibillinamente, rispondo: forse mi piacerebbe conoscerlo, ed è per questo che mi dibatto in queste domande senza risposta :-)


    E poi ancora, parlando del senso e del significato dato "dall'uomo" la mia riflessione nasce dal fatto che "gli uomini" sono tanti, e non sempre, o non subito, i significati coincidono!


    Ciao, buona giornata

    Prish

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  11. Continuiamo?


    "Queste domande" secondo me non sono "senza risposta", ma senza risposte risolutive, definitive, risposte punto e basta.


    Secondo poi, sì, hai ragione: gli esseri umani "sono tanti, e non sempre, o non subito, i significati coincidono". Questo fatto, tuttavia, non mi pare negativo, Prishilla. Anzi. Se esistesse il Paradiso sarebbe un posto dove tutti hanno un proprio autonomo punto di vista, e lo mettono allegramente in discussione. (Io adoro la discussione, lo scuotersi reciprocamente le radici.)


    In questo senso sarebbe meglio forse dire "processo di vista" (un divenire) e non "punto di vista" (uno stare). "Processo" è per me una parola chiave (un'altra è "conversare" - come dicevo a Stefania qualche giorno fa): "L'uomo è un processo, e precisamente il processo dei suoi atti." (Gramsci, naturalmente)


    Fulmini

    www.fulminiesaette.it



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  12. Ciao Fulmini, concordo pienamente sul gusto di conversare e sullo scuotersi reciprocamente le radici. Sul fatto dell'uomo come processo il discorso sarebbe un po' più lungo e mi riprometto di articolarlo prossimamente in un post.

    Intanto grazie per i tuoi spunti, sempre interessanti, e buon finesettimana!

    prish

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  13. Ciao Prish, ciao Fulmini,

    Fulmini: questa idea di attribuzione del significato "culturale" (che trovo un po' strana) mi ha fatto venire in mente una persona a cui ero molto affezionato, scomparsa nel 2006, e la sua visione del costruttivismo.

    Questo è un suo libro di grande importanza, uno degli ultimi che scrisse: (lascia perdere il termine "psicoterapia": è solo travestito da lavoro "tecnico"):

    http://www.amazon.com/Constructive-Psychotherapy-Practical-Michael-Mahoney/dp/1572309024


    Ma… che c'entra l'Alitalia?

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  14. Ciao Piccic, Alitalia è solo uno spunto, dal momento che in codesta vicenda, facendo riferimento alle informazioni in possesso di un qualunque privato cittadino, io non riesco proprio a trovare alcuna ratio.....


    Ciao! Prish

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  15. Ehm… Temo di capirci ancora meno…

    Alitalia… sarà uno spunto, ma un significato l'avrà, no, se l'hai messo?

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  16. L'ho messo perchè mi sembrava un buon esempio di situazione apparentemente illogica, in cui trovo probabile che se avessimo a disposizione informazioni più complete il quadro si chiarirebbe.

    Secondo te non è così?

    Un saluto, Prish

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  17. Ah, sì, certo. Non avevo capito. Dunque, al posto di Alitalia poteva esserci un altra parola qualsiasi…

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  18. bè, diciamo che parecchie altre avrebbero potuto servire allo scopo!

    :-)

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