sabato 17 maggio 2008

Capitolodue

Il capitolo due è rotondo come una tavola apparecchiata e ha il profumo di pomodoro e basilico della cena dei cugini.


Nel capitolo due Lei indossa i jeans che le stanno bene e i capelli mossi della domenica. Ha detto le parole dell’accoglienza e poco più, perché la lezione delle Dolomiti è ancora vivida e presente ai suoi sensi come un regalo appena scartato. Con pochi cenni è riuscita a tirare i fili della piacevolezza della cena: non è stato difficile, perché i cugini hanno la facilità di stare insieme che è il ponte del dna sul trascorrere dei mesi e delle vite.


 


Nel capitolo due lei si guarda dalla finestra del salotto mentre appoggia davanti ad ognuno di loro una fetta di torta e si chiede quand’è che lei e i suoi cugini hanno smesso di essere un treno di auto nuove scintillanti appena scaricate sulle strade e hanno cominciato ad accumulare segni sulla carrozzeria. Piccole cicatrici più o meno visibili ad occhio nudo. Macchioline di ruggine in certe congiunzioni. Un mazzo di fiori da andare a posare davanti a una foto ed un dolore di cui non parliamo ma a cui diamo ogni sera la buonanotte.


“Quand’è che il mondo ha iniziato a caderci dalle mani e a collezionare ammaccature?”


E’ questa la domanda silenziosa che dà il ritmo al capitolo due e alle mani di Lei che svolazzano piano distribuendo i cucchiaini.

4 commenti:

  1. in pochissimo è raccontato tantissimo, bello


    Mont

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  2. In qualche caso, ci sono anche macchine un po' sfasciate, purtroppo.

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  3. Eh no! Questo è già un trattamento cinematografico!


    Eh sì, questa è "una struttura che vuol essere un'altra struttura".


    Pasquale

    www.fulminiesaette.it

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  4. * Grazie Mont!


    *Eh sì Biz: ma dici che si può approfittare di un incentivo per la rottamazione??


    *Pasquale: vuole, ma non è detto che lo sia..!!


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