Il capitolo due è rotondo come una tavola apparecchiata e ha il profumo di pomodoro e basilico della cena dei cugini.
Nel capitolo due Lei indossa i jeans che le stanno bene e i capelli mossi della domenica. Ha detto le parole dell’accoglienza e poco più, perché la lezione delle Dolomiti è ancora vivida e presente ai suoi sensi come un regalo appena scartato. Con pochi cenni è riuscita a tirare i fili della piacevolezza della cena: non è stato difficile, perché i cugini hanno la facilità di stare insieme che è il ponte del dna sul trascorrere dei mesi e delle vite.
Nel capitolo due lei si guarda dalla finestra del salotto mentre appoggia davanti ad ognuno di loro una fetta di torta e si chiede quand’è che lei e i suoi cugini hanno smesso di essere un treno di auto nuove scintillanti appena scaricate sulle strade e hanno cominciato ad accumulare segni sulla carrozzeria. Piccole cicatrici più o meno visibili ad occhio nudo. Macchioline di ruggine in certe congiunzioni. Un mazzo di fiori da andare a posare davanti a una foto ed un dolore di cui non parliamo ma a cui diamo ogni sera la buonanotte.
“Quand’è che il mondo ha iniziato a caderci dalle mani e a collezionare ammaccature?”
E’ questa la domanda silenziosa che dà il ritmo al capitolo due e alle mani di Lei che svolazzano piano distribuendo i cucchiaini.
in pochissimo è raccontato tantissimo, bello
RispondiEliminaMont
In qualche caso, ci sono anche macchine un po' sfasciate, purtroppo.
RispondiEliminaEh no! Questo è già un trattamento cinematografico!
RispondiEliminaEh sì, questa è "una struttura che vuol essere un'altra struttura".
Pasquale
www.fulminiesaette.it
* Grazie Mont!
RispondiElimina*Eh sì Biz: ma dici che si può approfittare di un incentivo per la rottamazione??
*Pasquale: vuole, ma non è detto che lo sia..!!