La mia casa abbandonata, come un gatto offeso, mi accoglie con il capo chinato delle rose stanche di aspettare le mie cure e spalanca la lavastoviglie su una sfilata di accusatorie tazzine da caffè. Nel bagno è rimasto l’ordine perfetto del passaggio della mia fata marocchina, ma se ne è già andato l’odore di magia della spugna appena passata. Ho voglia di mettere in disordine, di accendere le luci e i fornelli. Ho voglia di sentir suonare il campanello e di essere a casa.
Salve, Prishilla.
RispondiEliminaGiusto in questi giorni pensavo tra me e me che questa moda del definire i giorni venerdì-e-sabato-e-domenica "week end", fine settimana, fine di qualcosa e non inizio di qualcos'altro, dovrà pure finire. E' già finita dentro noi, leggo leggendoti.
Stasera pubblico notizia di questo tuo pensiero-racconto nella rubrica IL SUGGERITORE del blog-rivista.
Buon inizio.
Pasquale
Ottima scelta, Pasquale.
RispondiEliminaa me piace il contrasto tra il primo "casa", all'inizio del pezzo, e il secondo, alla fine. Lì sta il punto. O no?
RispondiEliminaCiao
Mont
Grazie Pasquale e grazie Biz.
RispondiEliminaRiguardo alla questione della fine e dell'inizio: la prospettiva di considerare il venerdì un inizio mi piace, ma trovo anche rilassante e appagante considerarlo una conclusione. Come quando stampo la relazione, liscio la copertina con la mano aperta e penso: finito.
.... buon lunedì (fine o inizio che sia...) Prish
Ciao Mont,
RispondiEliminain effetti lì sta il punto. Il contrasto fra la casa vissuta dalla soglia e la casa da abitare. Almeno era questo quello che intendevo comunicare.
Un saluto e buona settimana
Prish
Durante il week end riordino la casa soltanto per poterla mettere all'aria durante la settimana...
RispondiEliminaCiao Prish.