venerdì 8 febbraio 2008

Venerdì

La mia casa abbandonata, come un gatto offeso, mi accoglie con il capo chinato delle rose stanche di aspettare le mie cure e spalanca la lavastoviglie su una sfilata di accusatorie tazzine da caffè. Nel bagno è rimasto l’ordine perfetto del passaggio della mia fata marocchina, ma se ne è già andato l’odore di magia della spugna appena passata. Ho voglia di mettere in disordine, di accendere le luci e i fornelli. Ho voglia di sentir suonare il campanello e di essere a casa.

6 commenti:

  1. Salve, Prishilla.


    Giusto in questi giorni pensavo tra me e me che questa moda del definire i giorni venerdì-e-sabato-e-domenica "week end", fine settimana, fine di qualcosa e non inizio di qualcos'altro, dovrà pure finire. E' già finita dentro noi, leggo leggendoti.


    Stasera pubblico notizia di questo tuo pensiero-racconto nella rubrica IL SUGGERITORE del blog-rivista.


    Buon inizio.


    Pasquale


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  2. a me piace il contrasto tra il primo "casa", all'inizio del pezzo, e il secondo, alla fine. Lì sta il punto. O no?


    Ciao


    Mont

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  3. Grazie Pasquale e grazie Biz.



    Riguardo alla questione della fine e dell'inizio: la prospettiva di considerare il venerdì un inizio mi piace, ma trovo anche rilassante e appagante considerarlo una conclusione. Come quando stampo la relazione, liscio la copertina con la mano aperta e penso: finito.


    .... buon lunedì (fine o inizio che sia...) Prish

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  4. Ciao Mont,

    in effetti lì sta il punto. Il contrasto fra la casa vissuta dalla soglia e la casa da abitare. Almeno era questo quello che intendevo comunicare.



    Un saluto e buona settimana

    Prish

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  5. Durante il week end riordino la casa soltanto per poterla mettere all'aria durante la settimana...

    Ciao Prish.

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