mercoledì 16 gennaio 2008

Il Papa e la Sapienza

Talvolta mi chiedo come mai così frequentemente gli uomini abbiano bisogno di commettere pari pari lo stesso errore di cui accusano la controparte.


E’ possibile che la vendetta sia un bisogno primario, la cui esigenza di soddisfazione si colloca ad un livello molto superiore rispetto ad esempio alla coerenza con i principi dichiarati o anche alla possibilità di dimostrarsi superiori all’avversario.


Forse è un problema del sistema scolastico: è possibile che il bisogno di dimostrare che “chi la fa l’aspetti” non venga sufficientemente soddisfatto alla scuola materna e che si protragga nell’età adulta, come certe forme di soddisfazione arcaica della libido. La riforma della scuola dovrebbe tenerne conto.  

11 commenti:

  1. Anzi. Superata la fase della scuola materna, è proprio questo che t'insegnano. La competizione, la vittoria, la lotta anche ad armi impari.

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  2. Almeno si competesse, Betta, almeno questo....


    Ciao, Prishilla

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  3. Non ho ben inteso da che parte stai o se non tieni per nessuno vista la strumentalizzazione e la lontananza da "La Sapienza" dello spettacolo poco edificante che è andato in scena.

    Io invece friggo, forse perchè ce l'ho nel DNA, forse perchè alla scuola materna ci andavo malvolentieri.

    Ma ho chiaro in mente che il rettore ha sbagliato ad invitare il papa all'inaugurazione e i professori di fisica hanno fatto bene ad opporsi; avrebbe dovuto rimanere una discussione interna? Per me no; una istituzione laica non può invitare una personalità così "ingombrante" ad un evento ordinario perchè ne diventerebbe inevitabilmente il protagonista dandogli un'accezione religiosa e inappropriata. Al massimo avrebbe potuto dedicargli una giornata con la consegna di una laurea honoris causa alla quale chi voleva poteva partecipare e gli altri no.

    Oggi più che mai a mio parere va arginata l'invasione della chiesa cattolica nella vita dello Stato; già investe a sufficienza la politica.

    E l'acidità del mio commento, dalla quale mio malgrado non riesco ad affrancarmi quando ho a che fare con questioni di chiesa, si acuisce di fronte alle azioni e parole di questo papa teologo arrogante, autoritario, umanamente distante e lontano dall'ispirare sentimenti di tolleranza e bontà.

    A questa opinione hanno sicuramente contribuito anni di ore di religione alla scuola materna, elementare, media e superiore dove evidentemente il principio del "porgere l'altra guancia" non è stato trasmesso efficacemente.

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  4. Non sto proprio con nessuno infatti, sto contro l'idea che all'interno di un'Università, che dovrebbe essere il luogo del pensiero, del confronto e delle idee, si scelga di non "far parlare" qualcuno. Poi questo non significa essere d'accordo con quello che dice o che pensa o anche che rappresenta. Magari è uno stimolo ad impegnarsi a dimostrare che ha torto, ma è comunque pensiero che scorre, idee che si generano, rabbia se vuoi anche, indignazione, quello che preferite. Ma un'Università che chiude le porte alla discussione è proprio un controsenso, a mio parere. Non c'entra niente che il fatto che papa sia o meno arrogante o vicino alla gente. Riguarda il fatto che "la Scienza" faccia esattamente quello di cui da sempre accusa "la Religione": questo mi fa indignare.


    Grazie della visita, a presto!

    Prishilla

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  5. E' interessante questa lettura in chiave psicologica.

    Ce n'è anche un'altra di questo genere: si tende a vedere negli altri spesso i propri maggiori difetti.

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  6. Giusto Biz. C'è chi la chiamerebbe proiezione!


    Prish

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  7. Chi la fa l'aspetti, proverbio corredato dal suo corollario: pari e patta. Per sostenere posizioni diametralmente opposte, gli antagonisti usano spesso armi identiche...

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  8. Vero Pim, abbiamo poche armi e forse poca fantasia. E l'affermazionedi sè a volte conta più di tutto il resto.


    Buon weekend, Prish

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  9. Che bello averti conosciuto! Bello questo post, scrivi in modo complesso e avvincente. Nefeli

    http://nefeli.ilcannocchiale.it

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  10. Pure io penso che certe idiosincrasìe siano nate magari per un rimprovero ricevuto alle elementari per un tema scritto male. Magari poi uno fa carriera e si porta dietro queste repulsioni verso q.cuno migliore di lui e allora ecco che inizia l'invidia,anche se è già nata anni prima. Invidia : la causa di tutte le disuguaglianze e ingiustizie e incomprensioni esistenti !

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