domenica 13 maggio 2007

Dedicato alla mamma e al papà di Giovanni T

Mi hanno detto che c’era un bimbo di sette anni al centro della palestra. Un bimbo con un corpo minuto e con un sorriso sempre nascosto in tasca, casomai gli venisse fame, con due occhi che assorbono il mondo e un cuore che fa l’equilibrista tra lo spensierato e il pensieroso.


 



Mi hanno detto che il maestro di judo era fiero di quel bimbo che aveva combattuto con agilità e coraggio e divertimento e che ha iniziato il rito della premiazione proprio dai più piccoli e che c’era ancora un rimasuglio di mormorio sugli spalti quando ha detto:


"  la medaglia d’oro va a Giovanni T."


Ed è stato allora che quel bimbo di sette anni si è trovato al centro della palestra e degli applausi e mi hanno detto che aveva di nuovo quell’aria da piccolo lord inglese che quando combatte gli scivola via di soppiatto quando ha detto:


"veramente io l’ultimo combattimento l’ho perso"


 E il maestro ci ha impiegato un attimo a capire cosa stava succedendo, così Giovanni T. è rimasto lì in piedi, proprio al centro della palestra e degli applausi sospesi, finchè il maestro di judo ha trovato l’errore e ha detto:


"è vero, ho sbagliato, la medaglia d’oro va a Marco P."


 


Si avvicinano le elezioni, e io ho detto a tutti che vorrei che Giovanni T. fosse il sindaco della mia città.


 


8 commenti:

  1. Cara Prishilla, bella e commovente cronaca hai scritto. Grazie.


    Quando ero adolescente, e giocavo a pallacanestro - a Siderno, in Calabria - ero solito fermarmi quando commettevo un fallo, lasciare a terra il pallone ed aspettare il fischio dell'arbitro a conferma. Invece di ringraziarmi, l'arbitro mi fulminava con uno sguardo di rimprovero e i miei compagni mi guardavano come un marziano. Non ho ancora capito gli uni e gli altri. Pasquale

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  2. Cara prish, è ancora giovane, ha tutto il tempo per farsi furbo :-))


    ciao


    dragor (journal intime)





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  3. Posso votare anche io?


    Ciao


    La speranza allora c'è ancora

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  4. Grande e leale piccolo combattente. Questo accade solo nei veri sport.

    E la politica, non è uno sport ...

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  5. Ogni tanto i piccoli ci insegnano e ci ricordano ciò che eravamo e quello che non ci hanno più permesso di essere...

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  6. Pasquale: probabilmente gli uni e gli altri non hanno ancora capito te!


    Dragor: dici che anche tu da piccolo eri così...?? ;))))


    Biz hai proprio ragione: tra la politica e il "vero" sport c'è un abisso. ma purtroppo molti sport assomigliano sempre di più alla politica


    Guizzo: ... se almeno fossimo così bravi da permttere a loro di continuare ad esserlo, nonostante quello che siamo diventati noi...


    ... Ma non voglio fare della facile retorica, mi interessva pennellare la poesia di un momento e mi sembra che voi abbiate colto proprio questo. Grazie!


    Prish

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  7. Voto con te, non amo, non amerò mai i furbi. Ho fatto da ragazza molto sport, ma l'ho lasciato quando cominciava a popolarsi di "stelline"... Ciao Giulia

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  8. Voto anch'io per Giovanni, e spero che i suoi genitori riescano a farlo crescere ancora con questo carattere.

    Ho un figlio di otto anni che è un po' così. Speriamo,

    Ambra

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