domenica 25 dicembre 2011

La Vigilia dalla Zia P.


La vigilia dalla zia P. iniziava con il profumo della pasta al forno e con l’abbraccio stritolante dello zio G.

C’era uno scintillio che partiva dall’albero di Natale dell’ingresso e si diramava per tutta la casa:  nei bicchieri per l’aperitivo, ordinatamente disposti sul vassoio in salotto, nel presepe con il pane, nel letto matrimoniale sommerso dai nostri cappotti, dalle borsette e dai colletti di pelo. Si adagiava sul pianoforte nero e sui suoi tasti, in attesa della tradizionale suonatina, si arrampicava nel filo argentato che decorava il cartellone di Natale: la sorpresa che tutti aspettavamo e che lo zio preparava di nascosto sui tavoli da disegno dello studio, dopo aver iniziato ad idearlo fin dall’estate, raccogliendo fotografie, poesie, immagini e pensieri.

Continuava, lo scintillio, portato in giro dalle mie ballerine di vernice, mentre tutti gli ospiti arrivavano e si scambiavano i baci e gli auguri e i bicchieri con le bollicine. Si fermava, lo scintillio, solo davanti alla porta del guardaroba, per l’occasione trasformato nel deposito di Babbo Natale: una porta alta e scura, piena di promesse segrete.

Riprendeva, lo scintillio, nella tavola apparecchiata, nei fiocchi dei cadeau per le signore, nei segnaposti in cui curiosavo alla ricerca del mio nome, nelle posate lucide e nelle caraffe, e poi risplendeva, nella fiamma fremente delle candele del centrotavola, quando la luce si spegneva e noi eravamo tutti lì, in piedi, vicini, a recitare l’Ave Maria, mentre la pasta al forno finiva di dorare.
 

2 commenti:

  1. Le tue parole suscitano un'idea di familiarità che sembra d'essere lì, ad attendere regali ed abbracci...

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  2. Una parte di me, neanche tanto piccola, è lì ad ogni Natale!
    un abbraccio Pim, buon anno!

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