domenica 15 maggio 2011

Colloquio di selezione


Venticinque anni, leggo sul cv, ma ne dimostra, con la complicità dell'abito grigio, quasi diciotto. Capelli biondi spettinati, no non quello spettinato studiato, proprio quello spettinato di chi si é gettato giù dal letto dieci minuti prima di salire in macchina. La cravatta é un po' sghemba e il nodo decisamente troppo grosso, ma la camicia è impeccabilmente stirata, lasciando intuire il tocco segreto di un angelo di mamma.

Ripercorro il suo percorso scolastico, piuttosto traballante, mentre lui sventola un sorriso disarmante come una bandiera bianca, e arriviamo rapidamente all'assunzione in banca, il suo primo lavoro.
-Dopo sei mesi allo sportello della sede centrale, si sono accorti di me e mi hanno mandato a risollevare la filiale xy, che, deve sapere, é la filiale  più disastrata di tutta la città-
 - Ah - lo guardo a lungo, nelle profondità disabitate dei suoi occhi chiari - e hanno mandato proprio lei?-
 - Sì, proprio me! - fiero e del tutto privo arroganza, come per un bel voto dopo aver tanto studiato, continua - poi le cose sono molto migliorate, sa?-
- Ah. Grazie a lei?? -  
Annuisce, e pure con una certa convinzione. Poichè non coglie la vena sarcastica, mi trovo costretta a chiedere, scandendo bene le parole: - Quale é stato il suo contributo a questo miglioramento? -
E lui, un po' disorientato dal mio cavillare - Bè... diciamo.... ho portato il buonumore, ecco!-
Giuro, non dubito.

 
Al momento la risposta mi era parsa del tutto inappropriata ( e considerandola nel suo contesto effettivamente lo era) ma oggi, ripensandoci, sarei tentata di chiamarlo per chiedergli qualche lezione privata.

 

6 commenti:

  1. La sua non era probabilmente una mossa studiata, consapevole, però la strategia del sorriso funziona sempre. Neutralizza l'imbarazzo, mette fuori fuoco le difficoltà, disarma l'interlocutore, fa evaporare qualunque accenno di conflitto. Saper sorridere spontaneamente è una dote (ovviamente) poco riconosciuta dal punto di vista professionale, però rende molto sotto il profilo delle relazioni umane. Migliora l'esistenza.

    Buon lunedì, Prish.
    Pim

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  2. Dici "saper sorridere spontaneamente": il punto è proprio questo, perchè la frase che hai scritto (e che tutti, in qualche forma, pensiamo) è in realtà un paradosso. Quando la "strategia del sorriso" diventa "strategia" perde il suo potere. Credo che il potere del sorriso sia un dono. E' solo per questo che non ho ancora prenotato le lezioni private ;-))

    un saluto, con l'augurio di una settimana sorridente

    Prish

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  3. c'era già il proverbio "gente allegra il ciel l'aiuta". (come tutti i proverbi, ha sempre il suo quasi contrario: "il riso abbonda nella bocca degli stolti" ... ma magari pur stolti, a maggior ragione se stolti, sono aiutati dal cielo)

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  4. Non conoscevo il primo, che mi piace decisamente più del suo contraltare (!)
    Il fatto è anche che secondo me, in certe circostanze, "portare il buonumore" è effettivamente tutto ciò che puoi fare. E saperlo fare non è da tutti....

    Grazie per il contributo di saggezza popolare :-)
    a presto, Prish

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  5. Spero tu lo abbia assunto
    (mi è sembrata una risposta geniale)

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  6. proprio perchè era geniale non l'ho assunto.

    (non si assume il più geniale ma il più adatto ad un ruolo e purtroppo in azienda i ruoli adatti ai geni sono ben pochi!)

    :-) ciao moreno, prish

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