lunedì 31 gennaio 2011

Intonsa


A volte sei intorno a un tavolo di persone che non hai riunito tu ed è così riposante lasciarti portare nella conversazione senza sentire in alcun modo il dovere, nè il desiderio, di dare colpi di remi per evitare scogli affioranti o raggiungere anse che rendano piacevole, o fruttuosa, la navigazione. Ti godi la tua pizza ed il tepore, mentre fuori nevica, dispensi un numero ragionevole di sorrisi e di domande innocue, esprimi un paio di opinioni sufficientemente consuete e puoi tornare a casa, intonsa.

6 commenti:

  1. Durante certe cene provo anch'io quella sensazione di coinvolgimento relativo che racconti così bene: la sensazione che le cose scorrano in modo inapparente, ininfluente. La mia mente inserisce il pilota automatico ed estrae frasi collaudate, mimiche rituali, il tutto immerso in uno stato d'animo assolutamente neutro. Questione di un paio d'ore o forse tre e poi me ne andrò a dormire, penso allora. Ah, che sollievo...

    Un abbraccio.
    Pim

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  2. proprio così, neutro. è talmente riposante, una volta ogni tanto!
    ciao pim, un saluto!

    prish

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  3. Il tuo testo è kafkiano, amica mia, e prendilo per quello che è: un vertiginoso complimento - considero Kafka scrittore il meglio del Novecento. Aggiungo - il tuo testo è l'altra faccia di 'Una passeggiata improvvisa', e in certo senso il suo completamento.

    Quanto al tema, al soggetto, al contenuto del racconto, ammettendo per un momento che sia possibile usare un testo d'arte per riflettere sul proprio carattere, sulle proprie avventure quotidiane, dirò che cene così non sono capace di condividerle. Reagisco, e qualche volta divento persino scortese. Intonso mai.

    www.pasqualemisuraca.com

    Post Scriptum. Nel sito-officina, nella sezione Video, trovi la messa in immagine (disegni dai Diari di Kafka) e parola (soggettiva fuori campo) di 'Una passeggiata improvvisa'.

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  4. Caro Pasquale, innanzitutto arrossisco a dovere per il vertiginoso, spropositato complimento e mi precipito ad "ascoltare kafka".

    Quanto alla possibilità di usare un "testo d'arte" (genericamente parlando perchè davvero non posso pensare di chiamare arte i miei simpatici pasticci!) credo che l'utilizzo per riflettere su di sè sia uno degli utilizzi più nobili che se ne possano fare, nonchè la ragione (o una delle ragioni) che muove chi li realizza. E, nel merito: nonostante la nostra conoscenza sia "solo" virtuale, effettivamente non riesco proprio ad immaginarti "intonso"!!

    Grazie. A presto.

    Prish

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  5. Cara Prishilla,

    vertiginoso sì, il mio commento al tuo testo, ma non spropositato. Ritengo che noi, tutti, dobbiamo riferirci costantemente ai classici, ai grandi, ai fratelli maggiori. "Tutte le proporzioni rispettate", aggiungeva scrivendo Gramsci, ma, appunto, proporzionandosi a loro, propositandosi a loro. A chi se no?

    Pasquale Mattiniero

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  6. propositi e proporzioni. mi piace. grazie, pasquale mattiniero.

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