lunedì 15 novembre 2010

Le signore dissolute


Hanno i capelli di un biondo artificiale e molto chiaro e un po’ di azzurro sulle palpebre. Lasciano impronte rosse sulle sigarette sottili. Sono state ricche un tempo; di quel tempo sono rimaste case con grandi giardini o vetrate sulle cupole del centro storico. Emanano un profumo di creme e di cipria del tutto sconosciuto alle stanze da bagno di casa mia, abituate al muschio bianco e al sapone neutro. Sono donne che hanno sofferto per qualcosa cui si può solo accennare, qualcosa che scivola in un rivolo di mistero dalle rughe intorno alle labbra, come il rossetto a fine serata. Vestono abiti fruscianti, stoffe suadenti e hanno sempre qualcosa che luccica, ai polsi o nelle piccole borsette o fra i capelli. Sono ammantate di una femminilità roca e dissoluta che pare non avere nulla a che fare coi golfini sobri di mia madre né, meno che mai, con il preparare la cena. Mi affascinano da quando ero bambina: quando ne incontro una temo ancor oggi il momento in cui qualcuno si accorgerà del mio sguardo rapito e immobile e mi manderà a giocare in salotto sussurandomi “non fissare così la signora”.  
 

6 commenti:

  1. Un ritratto che pare una fotografia, con quel vago nonsoché di perplessità che sottolinea il tuo senso di estraneità. Conosco quel genere di donna, fisso ad una fase tardoadolescenziale ("che pare non aver nulla a che fare... con il preparare la cena": perfetto) che non suscita tenerezza bensì sgomento.

    Buon pomeriggio, ciao.
    Pim

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  2. Grazie Pim!
    Dici bene, sgomento. Anche fascino, ma non quel fascino legato all'ammirazione bensì ad una curiosità, appunto, sgomenta.
    Buona giornata anche a te,
    a presto Prish

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  3. Vogliamo parlare delle unghie laccate? E' una cosa che proprio non capisco e che certo non è utile per preparare la cena.

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  4. Boh... magari è utile per farsi portare fuori a cena ... ;-))

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  5. C'è sempre un alone di tristezza in loro, generalmente. Un retrogusto di disperazione.

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  6. Un retrogusto di disperazione. Esatto. Perfetto. E sbarre dorate di una gabbia di rassegnazione. Ah, quanto mi piacciono queste signore :-)

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