martedì 16 giugno 2009

Aria

Certo non parlo per me, che ho sempre pensato che il fatto di essere stata depositata dalla cicogna nella famiglia in cui sono nata sia stata una tale fortuna che non poteva essere che me ne fosse rimasta ancora un po’ da spendere e per questo neanche mi sogno di giocare neppure al grattaevinci. Però guardandomi intorno mi sono fatta l’idea che sia un peccato che non esista la possibilità di un divorzio fra genitori e figli. Non parlo di drastiche rotture, liti o quantaltro. Di quelle che lasciano maleodoranti scie di sensi di colpa e sempre un’ultima parola da dire o da aspettare invano. Parlo di una formalità. Un momento che segni inequivocabilmente un prima e un dopo, oppure un invece. Un momento in cui si scriva da qualche parte chi si prende i bicchieri e chi il quadro della zia Teresa, quali obblighi e quali doveri rimangono a chi e come devono essere soddisfatti. Per poter essere figli e genitori corretti, ma liberi. Liberi di ricominciare. Una firma qua e la corte si ritira per deliberare. Nessun colpevole, nessuno assolto. La seduta è tolta. Tutti fuori. Aria.

13 commenti:

  1. Questo divorzio "arioso" sembra quasi il sancire un rapporto di indifferenza che stia bene a tutti.

    Nelle coppie qualche divorzio davvero finisce così, ma con gli anni.

    Nelle famiglie mi sembra proprio impossibile, perchè c'è stata di mezzo l'infanzia e il suo accompagnamento da parte dei genitori, ed è una cosa che ha determinato tanto dei figli (e tanta responsabilità nei genitori) da farci i conti tutti i giorni, se non tutti i minuti.

    Mi è capitato di vedere questa presa di distanza, io stessa la pratico, ma a volte richiede un tale sforzo da essere molto lontana dalla sensazione di libertà e soddisfazione alla quale si aspira.

    La pace ariosa credo si possa raggiungere solo facendosi una ragione di tutto quanto, magari senza accettare o essere d'accordo, solo capendo e sapendo di poter cambiare; permettendoci così di volerci bene per come si è, senza negare un legame unico e inscindibile, come la gravità che ci tiene attaccati per terra.

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  2. Mi sa che dalla Germania in su è un po' così. Sbaglio?

    Un saluto cordiale

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  3. Ciao, per quel che ne so (ma non sono realmente informata) dalla Germania in su il rapporto figli-genitori è strutturalmente diverso, la società gioca un ruolo diverso, le radici culturali sono diverse ecc ecc e forse questo fa sì che assai raramente si evidenzino le situazioni di "groviglio emotivo" nelle quali ho voluto, provocatoriamente, individuare l'opportunità di un "divorzio".

    A presto, Prishilla

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  4. # 1 Certo, sono consapevole che è impossibile. Proprio per questo lo considererei utilissimo! ;-)

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  5. La verità è che, per periodi sempre più lunghi, i figli hanno bisogno dei genitori e poi viceversa. Una sorta di parassitismo obbligato, direbbero i biologi. Tutti si lamentano di tutti, ma poi si sopportano per comodità. Invece un bel divorzio... ah...


    Ciao Prish, buona serata.

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  6. Quello che mi "tenta" dell'idea del "divorzio" è che si possano assolvere gli obblighi reciproci (salvi dai sensi di colpa di essere figli o genitori degeneri) liberandosi nel contempo dei ricatti affettivi. Impossibile lo so, ma quanto bene farebbe a tante persone!

    Ciao Pim, buona serata anche a te

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  7. Penso ci sia sempre di mezzo la suggestione del "possesso" o del controllo da cui siamo ingannati (anche sottilmente) in quanto segnati dalla caduta.


    Anche senza volerlo, un pochino, persino il genitore più buono ed equilibrato fatica a pensare anche soltanto di potere essere aiutato dai figli, o di potere imparare da loro.

    Poi, in senso ampio, è un fenomeno che esiste tra tutte le persone. Solo una guarigione completa dall'egoismo lo sanerebbe. Certo si può, è graduale, ma la gente ha troppa fretta…


    Divorzi, appunto (quelli veri…) :=(

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  8. Il "divorzio" diviene un dato di fatto nella formazione della nuova famiglia.

    Suocere/i divengono il punto critico: si sposa una donna, non i suoi genitori, e viceversa.

    Da qui il nuovo punto d'equilibrio da trovare ("contrattazione tacita" insieme all'altra, solo in parte esplicita, derivante dai nuovi rapporti nella nuova famiglia).


    Se non riesce il buon "divorzio" coi genitori, facilmente nasce un divorzio (senza virgolette) nella nuova famiglia.


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  9. Tu sì che il potenziale per usare la psicologia ce l'avresti. :)

    Perché la psicologia è un mezzo rudimentale: se non sei almeno un pochino santo (o quantomeno molto caritatevole) fai dei disastri…

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  10. Sull'uso improprio della psicologia potrei scrivere un trattato! ;-)

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  11. Biz, credo che tu abbia proprio colto nel segno! anche se i risvolti della tematica sono molti, e non riguardano solo la "moltiplicazione" delle famiglie.

    Buona settimana, ciao

    Prish

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  12. e se questo contratto fosse da scrivere per tutti gli umani rapporti?


    ciao


    Mont

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  13. non sarebbe una cattiva idea. almeno un format indicativo, poi ognuno se lo adatta....

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