lunedì 28 luglio 2008

Il secondo luogo

Forse solo io vi faccio attenzione ma capita con una certa frequenza di leggere “in primo luogo” laddove poi nel testo il “secondo luogo” non viene mai più citato. Si perde nel discorso, rapito dagli scoscesi sentieri e dagli ampi orizzonti del primo. Rimane a crogiolarsi nel tepore della penna, approfittando delle attenzioni che il pubblico rivolge al temerario compagno, che per primo ha imboccato l’incerta via del foglio. Sta, come l’asso nella manica, in un perenne e mai sbocciato capolino in attesa di una congrua posta in gioco. O magari il secondo luogo altro non è che quello dove abita il contrario di quello che andiamo sostenendo e ha un invitante profumo di pini e piadina e un punto dove dopo le colline si scorge il mare. E allora il primo luogo, quello dove abbiamo tracciato rassicuranti mappe di strade e stazioni di servizio, gli fa segno di tacere. Che il nostro non sia tutto lavoro sprecato, per l’amor del cielo.

5 commenti:

  1. Mi piace questa cosa.

    Secondo me il primo luogo è una cosa per darsi coraggio.

    "in primo luogo" ... tah .. intanto c'è ...

    E' vero, non ci avevo mai pensato ma è vero, che poi nessuno dice "in secondo luogo"

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  2. Chissà Irene, forse perchè tu, dopo esserti data coraggio con il primo luogo (come sottolinea saggiamente Biz), mantieni la promessa e prosegui il viaggio!


    :-) Prish

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  3. In primo luogo, buone vacanze anche a te Prish.

    Un abbraccio.

    Pim


    (In secondo luogo...)

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  4. In primo luogo, prish, credo che tu abbia ragione.

    In secondo non credo che sia sempre così.

    Aldo www.aldocarpineti.it

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