venerdì 30 maggio 2008

Capitolotre

Il capitolo tre ha le pagine spiegazzate di un sogno e del cuscino che lo accoglie. Nel capitolo tre Lei è andata a dormire presto e indossa la maglietta morbida di un viaggio di molti anni fa. La piccola luce sul comodino è rimasta a lungo accesa, perché Lei non era sicura di voler vedere arrivare il sogno. Avrebbe preferito che la cogliesse alla sprovvista, lasciandole l’alibi di essersi trovata inerme e sopraffatta, spogliata delle sue difese come da un rapinatore sbucato dal buio. Invece il sogno se ne stava acquattato in attesa che Lei gli aprisse la porta. Da tempo faceva ogni tanto capolino in altri sogni: un viso fra gli avventori anonimi di un bar, un sapore stonato al risveglio, il capo slabbrato di un filo che non trova la cruna dell’ago. Era giunta l’ora che Lei lo prendesse tra le dita e lo infilasse preciso in quella cruna, per poi cucire quella benedetta storia e sussurrarsela in silenzio nel dormiveglia. Per invitare il sogno a dispiegarsi e sbatterle in faccia le sue ali. Per toglierselo dal petto e farlo volare via. Sia quel che sia, spegni la luce dai.

3 commenti:

  1. come essere poetici senza essere stucchevoli

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  2. Ho lasciato spesso acceso la piccola luce sul comodino quando non volevo che arrivasse...l'incubo.

    Poi non so come ho imparato a spegnerla. Sia quel che sia.

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